A un passo dalla rottura. Il presidente della Camera tende una mano al premier, che però rifiuta. In serata dall'ufficio politico potrebbe arrivare la decisione di una censura politica nei confronti del cofondatore
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E BERLUSCONI AL CONGRESSO DEL PDL
L'offerta di tregua di Gianfranco Fini è arrivata troppo tardi ed è fuori tempo massimo. Sarebbero queste le conclusioni, raggiunte dal vertice notturno durato oltre quattro ore a Palazzo Grazioli. Secondo quanto riferito da diversi presenti, il premier Silvio Berlusconi e gli altri partecipanti alla riunione non hanno fatto che ribadire la posizione già assunta il 28 luglio e messa nero su bianco, nella notte, in un duro documento di censura politica nei confronti del cofondatore del Pdl.
Il documento dovrebbe essere discusso da un ufficio di presidenza, convocato per le 20.00. Con Fini vengono considerati fuori dal Popolo della libertà i suoi fedelissimi Italo Bocchino, Carmelo Briguglio e Fabio Granata.
Sull'imminente rottura dell'asse Berlusconi-Fini s'era espresso, nella serata del 28 luglio, anche il leader del Carroccio Umberto Bossi: "Ognuno andrà per la sua strada. Se non si trovano, se non si incontrano, ognuno andrà per la sua strada". Il senatùr aveva però subito precisato: "Questo non vuol dire che si vada alle elezioni".
E BERLUSCONI AL CONGRESSO DEL PDL
L'offerta di tregua di Gianfranco Fini è arrivata troppo tardi ed è fuori tempo massimo. Sarebbero queste le conclusioni, raggiunte dal vertice notturno durato oltre quattro ore a Palazzo Grazioli. Secondo quanto riferito da diversi presenti, il premier Silvio Berlusconi e gli altri partecipanti alla riunione non hanno fatto che ribadire la posizione già assunta il 28 luglio e messa nero su bianco, nella notte, in un duro documento di censura politica nei confronti del cofondatore del Pdl.
Il documento dovrebbe essere discusso da un ufficio di presidenza, convocato per le 20.00. Con Fini vengono considerati fuori dal Popolo della libertà i suoi fedelissimi Italo Bocchino, Carmelo Briguglio e Fabio Granata.
Sull'imminente rottura dell'asse Berlusconi-Fini s'era espresso, nella serata del 28 luglio, anche il leader del Carroccio Umberto Bossi: "Ognuno andrà per la sua strada. Se non si trovano, se non si incontrano, ognuno andrà per la sua strada". Il senatùr aveva però subito precisato: "Questo non vuol dire che si vada alle elezioni".