Il premier si appresta a lasciare l'interim che aveva assunto dopo le dimissioni di Claudio Scajola, coinvolto nell'inchiesta appalti. Sulla Fiat: "Spero che la delocalizzazione non avvenga a scapito degli italiani". VIDEO
Il premier Silvio Berlusconi si appresta a lasciare l’interim del ministero dello Sviluppo economico, incarico che aveva assunto dopo le dimissioni di Claudio Scajola. "Penso che siamo arrivati a buon punto - ha detto Berlusconi - Mi sono sufficientemente reso consapevole di tutte le attività che presiedono allo Sviluppo economico e alla responsabilità del ministero". "In questo periodo ho fatto qualche cambiamento importante nella struttura – ha aggiunto il presidente del Consiglio - Posso anticipare che probabilmente nella prossima settimana noi nomineremo il nuovo ministro".
Proprio in giornata il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, aveva sollecitato il governo a prendere una decisione in tempi brevi in merito alla nomina al vertice del ministero dello Sviluppo economico.
Nel corso della conferenza stampa con il presidente russo Medvedev, inoltre, Berlusconi ha voluto parlato anche del caso Fiat (VIDEO) dopo la decisione del Lingotto di trasferire la produzione in Serbia. "In ogni libera economia ogni gruppo industriale è libero di collocare le proprie produzioni dove meglio crede ma per quanto riguarda la Fiat spero che questa non accada a scapito della produzione e degli addetti italiani".
Proprio in giornata il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, aveva sollecitato il governo a prendere una decisione in tempi brevi in merito alla nomina al vertice del ministero dello Sviluppo economico.
Nel corso della conferenza stampa con il presidente russo Medvedev, inoltre, Berlusconi ha voluto parlato anche del caso Fiat (VIDEO) dopo la decisione del Lingotto di trasferire la produzione in Serbia. "In ogni libera economia ogni gruppo industriale è libero di collocare le proprie produzioni dove meglio crede ma per quanto riguarda la Fiat spero che questa non accada a scapito della produzione e degli addetti italiani".