Fini: “Politica sia intransigente sulla questione morale”

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Il presidente della Camera: "La politica deve essere intransigente con chi ha scarsa etica". Appello sulle riforme: “Auspico che riparta il dibattito”. Sul ddl intercettazioni: “Giusto aver espresso fiducia nella centralità del Parlamento"

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Riforme, “Auspico ripresa del dialogo”
- "Non ho perso la fiducia, auspico che la ripresa del dibattito dopo la pausa estiva porti rapidamente a riforme degne di tale nome". Così il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha parlato durante la cerimonia del Ventaglio a Montecitorio, nel corso della quale si è soffermato sul fatto che esiste al momento "una questione morale" per la quale è necessario che la politica sia "intransigente". "Bisogna essere drastici - ha spiegato Fini - nel ribadire che se vogliamo che la politica sia in sintonia con la società, nei confronti di comportamenti che sono scarsamente in sintonia con l'etica pubblica e con il rispetto delle regole del vivere civile, la politica deve essere intransigente". Fini ha anche sottolineato la necessità di evitare la contrapposizione tra garantismo e legalità: "Se è vero che uno non è colpevole fino a quando la sua sentenza non è passata in giudicato - prosegue Fini - non si può giustificare ciò che giustificabile non è. L'etica del comportamento pubblico -ha continuato - è una precondizione per non far perdere la fiducia nella politica da parte della società civile".

Intercettazioni, "Dibattito ha corretto parti inadeguate"- "Pur in un iter così travagliato, il lungo dibattito ha dimostrato che quando il Parlamento discute in modo approfondito, è capace di correggere impostazioni iniziali che poi si rivelano inadeguate. Uso parole felpate, ma spero sia di tutta evidenza che quanto avvenuto in Commissione giustizia alla Camera con emendamenti profondamente innovativi ha segnato una pagina importante per chi crede nel fatto che la politica deve essere capace di trovare delle sintesi", ha detto Fini nel suo in tervento. "Vedremo nei prossimi giorni - ha aggiunto - se si potrà dar corso a una discussione oltre a quella già prevista in sede di discussione generale in Aula, cioè il 29 luglio, dopo la manovra". Fini ha precisato che della questione (se cioè votare il ddl nella prima settimana di agosto o rinviarlo a settembre) si occuperà una conferenza dei capigruppo di Montecitorio prevista all'inizio della prossima settimana.

Nel corso della cerimonia, Fini ha anche annunciato che la prossima settimana l'ufficio di presidenza della Camera dei deputati varerà il taglio del 10% delle indennità dei parlametari. "È doveroso che il Parlamento partecipi allo sforzo complessivo che è richiesto al Paese - ha detto Fini - un senso di responsabilità che non dipende dal fatto che le spese siano eccessive o improduttive perché si tratta di costi essenziali per il funzionamento della democrazia, quando si vuole alimentare la polemica contro la casta spesso non si fa questa distinzione, ma è un dovere ridurre i costi da parte del Parlamento". Fini ha spiegato che la decisione, già discussa anche con il presidente del Senato, Renato Schifani, verrà assunta la settimana prossima, da entrambe le Camere, quando sarà stata licenziata la manovra finanziaria a Montecitorio, con una riunione dell'ufficio di presidenza e si tratterà di un taglio del 10% del trattamento economico dei parlamentari che interverrà sul complesso degli emolumenti, ci sarà anche un taglio sulle pensioni di anzianità e una riduzione degli stanziamenti del bilancio non vincolato.

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