Popolo Viola lancia il suo Meeting. "Ma non saremo partito"
PoliticaIl 30 ottobre il movimento nato su Facebook per il No Berlusconi Day, si incontra per la prima volta a Montecatini per dare il via a una nuova fase, più propositiva. Già al lavoro i primi tavoli tematici, ma la questione organizzativa resta la più spinosa
di Serenella Mattera
Popolo viola, fase due. Per il movimento nato su Facebook e diventato fenomeno politico sull’onda del No Berlusconi Day del dicembre 2009, è arrivato il momento di incontrarsi, raccogliere le idee e organizzarsi. Insomma, diventare adulto. Il che significa, spiegano, superare l’argine dell’antiberlusconismo puro e passare dalla fase solo “contro” ad una fase “per”. “Vogliamo costruire il progetto di un’idea, di una visione, su temi come la democrazia, il lavoro, la scuola, l’ambiente”.
Il primo Meeting Viola inizia dunque a prender forma. La data è stata fissata: 30 ottobre-1 novembre. Il luogo è stato trovato: il Palamadigan di Montecatini, un palazzetto da 5000 posti, per gentile concessione del Comune toscano. Un abbozzo di programma c’è. Con una premessa, che è insieme una garanzia per i militanti del movimento e un avvertimento a chi su di esso nutra mire politiche: “Il Popolo Viola non eleggerà leader e non vuole diventare un partito”.
Solo per capire l’allergia nutrita dai più, dentro il movimento, per partiti e leader veri o presunti, basti citare l'intervento piccato comparso pochi giorni fa sul blog dei viola a un articolo dell’Unità titolato: “Scatta la discussione tra Pd e Popolo viola”. “C’è aria di elezioni anticipate e il Partito democratico risorge improvvisamente con una delle sue geniali e più memorabili intuizioni: si inventa un rapporto, anzi 'una discussione' con i movimenti. Una discussione che non esiste”, è stata la replica. Con una postilla polemica nei confronti di colui che nell’articolo veniva presentato come il referente dei viola a un dibattito alla festa Democratica di Roma e cioè Gianfranco Mascia, “più volte diffidato dall’usare il movimento per fini personali”.
Insomma, gli animi sono sensibili. Perciò la massima cautela, assicurano gli organizzatori, verrà applicata perché il Meeting di Montecatini resti l’occasione d’incontro di un movimento che sente sì l’esigenza di darsi un profilo più definito, ma non vuole snaturarsi. “Il principio che applichiamo è quello della partecipazione – spiega Massimo Malerba, che fa parte del gruppo di coordinamento del Meeting - Ognuno può proporre la costituzione di tavoli tematici (già ne abbiamo tre: mafie e legalità, ambiente ed energia, lavoro) e l’11 settembre ci incontreremo a Roma per definire i dettagli del programma dell'evento”.
Intanto Facebook resta l’origine e lo snodo di ogni attività. C'è la pagina del movimento, con i suoi più di 305 mila iscritti. Ma c'è anche una pagina ad hoc per il Meeting, per tutti i profili organizzativi. Ci si avvarrà, ad esempio, del contributo di “gruppi di supporto locale” e si raccoglieranno finanziamenti anche attraverso il coinvolgimento di “sponsor etici”, che cioè abbiano “nelle proprie mission finalità etiche”. Ospiti dell'evento? “Vorremmo persone come il giornalista Marco Travaglio o il magistrato Antonio Ingroia”. E i politici? “Se vogliono vengano, ma per partecipare da semplici cittadini”.
Tutto bene, dunque? Non proprio. Perché su Facebook qualche mugugno traspare. “Almeno lo sforzo di mandare una mail ai vari gruppi locali per decidere il luogo, la data e per chiedere collaborazione, potevate farlo!”, scrive Matteo Perini agli organizzatori del Meeting. E Mario Grottola: “E’ bene parlare della democrazia interna, perché finora è mancata ed è ovviamente indispensabile per la credibilità di un movimento viola che vuole difendere la democrazia e la Costituzione”. Di democrazia interna, assicurano gli organizzatori, a Montecatini si parlerà. Ma, in concreto, ci si darà una struttura, si eleggeranno coordinatori? Al momento nessuno si sbilancia. Il tema è delicato e se non affrontato con le dovute cautele, rischia di creare dolorose spaccature.
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Il primo Meeting Viola inizia dunque a prender forma. La data è stata fissata: 30 ottobre-1 novembre. Il luogo è stato trovato: il Palamadigan di Montecatini, un palazzetto da 5000 posti, per gentile concessione del Comune toscano. Un abbozzo di programma c’è. Con una premessa, che è insieme una garanzia per i militanti del movimento e un avvertimento a chi su di esso nutra mire politiche: “Il Popolo Viola non eleggerà leader e non vuole diventare un partito”.
Solo per capire l’allergia nutrita dai più, dentro il movimento, per partiti e leader veri o presunti, basti citare l'intervento piccato comparso pochi giorni fa sul blog dei viola a un articolo dell’Unità titolato: “Scatta la discussione tra Pd e Popolo viola”. “C’è aria di elezioni anticipate e il Partito democratico risorge improvvisamente con una delle sue geniali e più memorabili intuizioni: si inventa un rapporto, anzi 'una discussione' con i movimenti. Una discussione che non esiste”, è stata la replica. Con una postilla polemica nei confronti di colui che nell’articolo veniva presentato come il referente dei viola a un dibattito alla festa Democratica di Roma e cioè Gianfranco Mascia, “più volte diffidato dall’usare il movimento per fini personali”.
Insomma, gli animi sono sensibili. Perciò la massima cautela, assicurano gli organizzatori, verrà applicata perché il Meeting di Montecatini resti l’occasione d’incontro di un movimento che sente sì l’esigenza di darsi un profilo più definito, ma non vuole snaturarsi. “Il principio che applichiamo è quello della partecipazione – spiega Massimo Malerba, che fa parte del gruppo di coordinamento del Meeting - Ognuno può proporre la costituzione di tavoli tematici (già ne abbiamo tre: mafie e legalità, ambiente ed energia, lavoro) e l’11 settembre ci incontreremo a Roma per definire i dettagli del programma dell'evento”.
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