Per uscire dalla crisi politica il leader dell'Udc auspica "un esecutivo aperto a tutti" ma per il quale "non è possibile avanzare veti" su Berlusconi. Bondi: l'alleanza con Casini è legittima, Bossi deve capire. Frattini: no a un governo di larghe intese
Un "governo di responsabilitaà nazionale". E' quanto auspica il leader dell'Udc, Pierferdinando Casini, secondo cui l'unico modo per uscire dalla "crisi politica in atto" è un esecutivo aperto a tutti, guidato da chi sceglierà il capo dello Stato, ma per il quale "non è possibile avanzare veti" su Silvio Berlusconi perché "ha vinto lui le elezioni".
Intervistato dal Corriere della Sera, Casini spiega: "se fossi il premier di fronte alla gravità della crisi e alla situazione del Paese, chiederei a tutte le forze politiche una responsabilità più ampia". Il Pd accetterebbe, secondo Casini, perché sono "in molti a rendersi conto che così non si può andare avanti". La Lega e l'Idv, invece, "forse no". Il leader dell'Udc inoltre dice che alla cena in casa del giornalista Bruno Vespa con Silvio Berlusconi, Gianni Letta e il segretario di Stato vaticano, cardinale Tarcisio Bertone ("messo ingiustamente in mezzo, di politica italiana non ha detto niente"), il premier non gli ha chiesto nulla. E rispondendo alla domanda se ci siano state offerte on altre occasioni, il leader dell'Udc dice: "Che Berlusconi pensi a rafforzare il suo governo è comprensibile, ma per quanto mi riguarda, non c'è un interesse a partecipare a questo governo: sarebbe ridicolo e umiliante. Bossi è un esperto di ribaltoni. Io no.". Per questo la Lega, afferma, "insorge per un nulla".
Per Casini comunque è "offensivo" pensare che l'Udc potrebbe sostituire i finiani: "Mi auguro invece- dice- che Fini ritenga positivo il mio ragionamento e la necessità di un'alleanza tra forze che puntano a realizzare riforme importanti per il bene del Paese".
Sull'argomento interviene anche Sandro Bondi in un'intervista a Repubblica, nella quale dà il suo placet a una possibile alleanza con l'Udc e agli alletati padani dice: Bossi capirà. "Tra il Pdl e la Lega esiste un nucleo di valori comuni. Ma non posso non considerare che Pdl e Udc fanno parte allo stesso titolo del Ppe e perciò, anche al di là di una comune ispirazione moderata, condividono gli stessi valori di fondo e gli stessi programmi. Per questa ragione, è legittimo che il Pdl continui a perseguire un diverso rapporto con l'Udc, fino a non escludere la possibilita' di un riavvicinamento e di una nuova alleanza di governo".
Boccia invece l'ipotesi di un governo di larghe intese il ministro degli Esteri Frattini: "Mi sembra una cosa improponibile" dice intervistato dal quotidiano online Affaritaliani.it .E aggiunge: "Ma ciò detto - prosegue Frattini - un governo di larghe intese è l'ultima cosa al mondo che potrebbe essere spiegata ai nostri elettori: sarebbe un tradimento. Non ce li vedo i miei elettori capire che si possa insieme a Bersani, che dice di tutto contro Berlusconi, fare insieme il governo come se niente fosse. Quindi è una cosa del tutto improponibile".
Intervistato dal Corriere della Sera, Casini spiega: "se fossi il premier di fronte alla gravità della crisi e alla situazione del Paese, chiederei a tutte le forze politiche una responsabilità più ampia". Il Pd accetterebbe, secondo Casini, perché sono "in molti a rendersi conto che così non si può andare avanti". La Lega e l'Idv, invece, "forse no". Il leader dell'Udc inoltre dice che alla cena in casa del giornalista Bruno Vespa con Silvio Berlusconi, Gianni Letta e il segretario di Stato vaticano, cardinale Tarcisio Bertone ("messo ingiustamente in mezzo, di politica italiana non ha detto niente"), il premier non gli ha chiesto nulla. E rispondendo alla domanda se ci siano state offerte on altre occasioni, il leader dell'Udc dice: "Che Berlusconi pensi a rafforzare il suo governo è comprensibile, ma per quanto mi riguarda, non c'è un interesse a partecipare a questo governo: sarebbe ridicolo e umiliante. Bossi è un esperto di ribaltoni. Io no.". Per questo la Lega, afferma, "insorge per un nulla".
Per Casini comunque è "offensivo" pensare che l'Udc potrebbe sostituire i finiani: "Mi auguro invece- dice- che Fini ritenga positivo il mio ragionamento e la necessità di un'alleanza tra forze che puntano a realizzare riforme importanti per il bene del Paese".
Sull'argomento interviene anche Sandro Bondi in un'intervista a Repubblica, nella quale dà il suo placet a una possibile alleanza con l'Udc e agli alletati padani dice: Bossi capirà. "Tra il Pdl e la Lega esiste un nucleo di valori comuni. Ma non posso non considerare che Pdl e Udc fanno parte allo stesso titolo del Ppe e perciò, anche al di là di una comune ispirazione moderata, condividono gli stessi valori di fondo e gli stessi programmi. Per questa ragione, è legittimo che il Pdl continui a perseguire un diverso rapporto con l'Udc, fino a non escludere la possibilita' di un riavvicinamento e di una nuova alleanza di governo".
Boccia invece l'ipotesi di un governo di larghe intese il ministro degli Esteri Frattini: "Mi sembra una cosa improponibile" dice intervistato dal quotidiano online Affaritaliani.it .E aggiunge: "Ma ciò detto - prosegue Frattini - un governo di larghe intese è l'ultima cosa al mondo che potrebbe essere spiegata ai nostri elettori: sarebbe un tradimento. Non ce li vedo i miei elettori capire che si possa insieme a Bersani, che dice di tutto contro Berlusconi, fare insieme il governo come se niente fosse. Quindi è una cosa del tutto improponibile".