Sono alcuni dei cambiamenti inseriti in un emendamento del Pdl. Le intercettazioni inoltre potranno durare 75 giorni prorogabili di 15 in 15 e per ottenerle basterà il via libera del Gip. I magistrati: "Emendamenti rischiano di non sortire alcun effetto"
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INTERCETTAZIONI: L'ALBUM FOTOGRAFICO
Sanzioni ridotte per gli editori nel ddl intercettazioni. E' quanto prevede un emendamento firmato dal capogruppo del Pdl in commissione Giustizia della Camera, Enrico Costa. Per quanto riguarda il caso più grave di pubblicazione delle intercettazioni di cui sia stata ordinata la distruzione o l'espunzione, gli editori dovranno pagare una pena che andrà da un minimo di 50 a un massimo di 200 quote (nel testo del Senato era da 100 a 300 quote). Per quanto riguarda, invece, la pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale, le quote che si dovranno pagare andranno da un minimo di 50 ad un massimo di 100 (nel testo del Senato si parla di 50-200 quote).
Le intercettazioni inoltre potranno durare 75 giorni prorogabili di 15 in 15, anche fino alla conclusione delle indagini preliminari. Altra grande novità è quella che riguarda l'acquisizione dei cosiddetti tabulati. Per ottenerli, basterà il via libera del Gip anziché del tribunale in composizione collegiale.
La pena massima poi per le registrazioni fraudolente viene ridotta da quattro a tre anni. Nel testo licenziato dal Senato il cosiddetto "Comma D'Addario", così ribattezzato dall'opposizione, aveva come pena massima quattro anni.
Lo speciale regime delle intercettazioni previsto per i reati di mafia e terrorismo infine verrà esteso a tutti i reati di maggior allarme sociale, tra i quali rientrano anche i cosiddetti “reati satellite” delle organizzazioni criminali.
Arrivano però critiche dall'Associazione nazionale dei magistrati . Lo ha detto il presidente, Luca Palamara, a margine di un convegno sull'attività internazionale del Csm: "Da circa due anni discutiamo di questo testo, nel tentativo di apportare dei miglioramenti, ma di fronte a disposizioni di carattere globale che sono insoddisfacenti gli emendamenti rischiano di non sortire alcun effetto".
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Sanzioni ridotte per gli editori nel ddl intercettazioni. E' quanto prevede un emendamento firmato dal capogruppo del Pdl in commissione Giustizia della Camera, Enrico Costa. Per quanto riguarda il caso più grave di pubblicazione delle intercettazioni di cui sia stata ordinata la distruzione o l'espunzione, gli editori dovranno pagare una pena che andrà da un minimo di 50 a un massimo di 200 quote (nel testo del Senato era da 100 a 300 quote). Per quanto riguarda, invece, la pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale, le quote che si dovranno pagare andranno da un minimo di 50 ad un massimo di 100 (nel testo del Senato si parla di 50-200 quote).
Le intercettazioni inoltre potranno durare 75 giorni prorogabili di 15 in 15, anche fino alla conclusione delle indagini preliminari. Altra grande novità è quella che riguarda l'acquisizione dei cosiddetti tabulati. Per ottenerli, basterà il via libera del Gip anziché del tribunale in composizione collegiale.
La pena massima poi per le registrazioni fraudolente viene ridotta da quattro a tre anni. Nel testo licenziato dal Senato il cosiddetto "Comma D'Addario", così ribattezzato dall'opposizione, aveva come pena massima quattro anni.
Lo speciale regime delle intercettazioni previsto per i reati di mafia e terrorismo infine verrà esteso a tutti i reati di maggior allarme sociale, tra i quali rientrano anche i cosiddetti “reati satellite” delle organizzazioni criminali.
Arrivano però critiche dall'Associazione nazionale dei magistrati . Lo ha detto il presidente, Luca Palamara, a margine di un convegno sull'attività internazionale del Csm: "Da circa due anni discutiamo di questo testo, nel tentativo di apportare dei miglioramenti, ma di fronte a disposizioni di carattere globale che sono insoddisfacenti gli emendamenti rischiano di non sortire alcun effetto".
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