Con 150 sì, 112 no e 3 astenuti l'Aula del Senato ha approvato in via definitiva il provvedimento che riforma il settore degli enti lirici. Ma la protesta continua con concerti improvvisati fuori al Teatro alla Scala e orchestrali in borghese
L'Aula del Senato ha approvato definitivamente il decreto legge sulle fondazioni liriche, senza modificare il testo votato la settimana scorsa dalla Camera. Il provvedimento ha ottenuto 150 voti a favore (la maggioranza di centrodestra), 112 no e 3 astenuti.
Il 29 giugno era l'ultimo giorno utile per la conversione del decreto che riforma il settore dell'opera lirica. Per l'opposizione la legge impone dei tagli che rischiano di soffocare la lirica italiana, mentre il ministro della Cultura Sandro Bondi ha sostenuto che l'intervento legislativo la salverà dal fallimento.
Il decreto non piace ai lavoratori dei teatri lirici italiani, che in queste settimana hanno più volte fatto sciopero, facendo saltare le rappresentazioni in calendario.
Contestazioni portate avanti anche subito dopo l'approvazione. Al Teatro alla Scala di Milano la sera stessa del via libera definitivo, i lavoratori hanno deciso di andare in scena e di non far saltare la replica di Romeo e Giulietta. Prima dello spettacolo hanno però letto un comunicato sindacale, mentre gli orchestrali hanno suonato in borghese in segno di protesta.
Striscioni e concerti di protesta anche fuori dal teatro.
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