La disfatta degli azzurri unisce la politica: "Che disastro"

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Maggioranza e opposizione per una volta sono d’accordo sulla disastrosa spedizione mondiale di Lippi. E Calderoli attacca ancora: “Adesso via i calciatori stranieri dall’Italia” L’Idv: “E’ più molesto di una vuvuzela”. L'amarezza di Napolitano

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Si danno battaglia tutti i giorni in tv e tea i banchi del parlamento. Ma su una cosa i politici italiani sono d’accordo. Il mondiale sudafricano ha fatto fare una pessima figura agli azzurri e a tutta l’Italia. Amareggiato Fini, che taglia corto con i giornalisti, amareggiato Napolitano. Il presidente della Repubblica ha seguito la partita della disfatta azzurra nel suo appartamento al Quirinale, in compagnia della sua famiglia. Ha tifato e sofferto per tutto il corso del match: comprensibile che condivida la grande amarezza degli italiani, dei giocatori e di Lippi per un risultato cosi' deludente.

Calderoli: "Colpa di una politica sportiva demenziale" - Per il ministro per la Semplificazione normativa non si può non parlare di "vergogna". Calderoli ha preso di mira i giocatori, definendoli "semplicemente ridicoli, pagati milioni ma con gambe di gelatina e fiato corto". Secondo il ministro, "con questa sconfitta si conclude indecorosamente la via crucis della nazionale, il cui epilogo era comunque scontato". Calderoli concorda con Radio Padania: "Mi spiace per i tifosi - ha detto - ma mi spiace decisamente meno quando penso all'arroganza di Lippi e ai capricci di alcuni bambini viziati della nazionale, che non volevano neppure rinunciare a dei premi che tanto tutti sapevano che mai avrebbero preso. Questa prematura eliminazione non è altro che il risultato di una demenziale politica sportiva, che ha portato alla cancellazione dei nostri vivai e che ha fatto sì che a vincere il campionato e la Coppa Italia, oltre che la Champions League, sia una squadra che di nostrano non ha neppure l'allenatore. Purtroppo per Lippi, però, in nazionale non possono giocare gli immigrati di lusso dello sport, e questi risultati ne sono la logica conseguenza". Vista la clamorosa debacle azzurra, Calderoli è poi passato al contrattacco. "Ora, pensiamo a far giocare nelle nostre squadre di club i giocatori nostrani, i prodotti dei nostri vivai, e prima di finire tutti nel pallone lasciamo perdere le discussioni sulla nazionale e sul calcio. Torniamo ad affrontare i problemi veri del Paese, i problemi che interessano le famiglie, i lavoratori e le imprese", ha concluso il ministro.

Donadi (Idv): "Calderoli più molesto di una vuvuzela" - Le parole dell'esponente leghista scatenano le reazioni degli avversari politici. Per il capogruppo alla Camera dell'Italia dei Valori Massimo Donadi, Calderoli è peggio delle tanto criticate trombette sudafricane: "E' più molesto di una vuvuzela", ha detto, invitando il ministro a smetterla di lanciare "proposte provocatorie e razziste". Un parere che Donadi ha argomentato ricordando che quattro anni fa abbiamo vinto la Coppa del mondo, "eppure anche allora il nostro campionato era pieno di stranieri".

Merlo (Pd): "Italia come Corea nel '66, ma perche' questi giocatori? - "Una sconfitta come quella di oggi subita dalla Slovacchia ci riporta ai tempi dell'eliminazione con la Corea nel 1966. Con una differenza: molti hanno l'impressione, se non la certezza, che questa volta si è perseguito un disegno, a tutt'oggi ancora misterioso nelle sue motivazioni, di voler quasi essere eliminati". Questo il commento del democratico Giorgio Merlo, vicepresidente della commissione parlamentare di vigilanza Rai. "Senza essere commissari tecnici - ha detto - tutti sanno che chi disputa un campionato brutto, oppure anonimo, difficilmente si può riscattare durante un Mondiale. E i risultati l'hanno platealmente e brutalmente confermato".

Magistro (Psdi): "Hanno perso Lippi e la sua boria" - Il ct azzurro non trova solidarietà nemmeno tra le fila del Psdi. A detta del segretario nazionale Mimmo Magistro, "prima di essere cotto Cannavaro, è Lippi ad aver concluso in modo inglorioso la carriera dimostrando di essere stato nel pallone per mesi: nessuno, tra giornalisti, tecnici e tifosi ha mai compreso le convocazioni e le formazioni mandate in campo". Per Magistro sono stati chiamati in causa "atleti spenti e senza un pizzico di personalità". Ma non ha sbagliato soltanto il commissario tecnico. "Il presidente della Figc Abete è ugualmente responsabile per aver consentito alla saccenza, alla supponenza, alla presunzione e alla boria del ct di sfidare tutto e tutti, la stampa e gli italiani", ha concluso Magistro.

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