Camera, Di Pietro fa ostruzionismo in diretta su Facebook

Politica
La buvette di Montecitorio, dove i deputati hanno cercato ristoro nella notte
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È dalla mezzanotte di ieri che si sta esaminando il provvedimento sugli enti lirici. Tutti contro il leader dell’Idv, che aggiorna i suoi sostenitori sul web: “La Casta sta attuando l’ennesima porcata sulle spalle della cultura e dei suoi lavoratori"

Ore 9.30: Casini entra in Aula alla Camera, dove si sta discutendo il decreto legge sulle fondazioni liriche. Ad accoglierlo un applauso ironico dell’Italia dei valori. “Bravo Pier furbi, hai fatto l'ennesima furbata da prima Repubblica”, gli urlano. Torniamo indietro, a poco prima della mezzanotte di ieri. Casini propone di votare la mozione per una seduta ad oltranza, senza interruzione per tutta la notte. Approvata. Solo l’Idv vota no, il Pd si astiene. “Dopo l'approvazione, però – dice l’Italia dei valori –, Casini se n’è andato a dormire”.

Altri deputati, invece, sono rimasti. Votazioni, sonnellini e caffè. Hanno passato così la notte. Con una maratona per il decreto sulle fondazioni liriche. Che è ancora in corso e che procederà fino alla fine dell’esame dell’intero provvedimento. L’Italia dei valori, per fare ostruzionismo, sta intervenendo su ogni aspetto della legge. I suoi deputati stanno prendendo la parola a turno da ore. Più o meno ogni quindici minuti si vota. Antonio Di Pietro sta raccontando in diretta il dibattito in corso a Montecitorio sulla sua pagina Facebook. Qualcuno si è lamentato, come il vice capogruppo del Pdl, Osvaldo Napoli. "L'onorevole Napoli che si lamenta della nostra diretta sulla mia pagina Facebook ha paura che l'opinione pubblica possa sapere cosa avviene qua dentro, ossia che la Casta sta attuando l'ennesima porcata sulle spalle della cultura e dei suoi lavoratori”, ha scritto l’ex pm sul social network.

"Avete deliberato la seduta fiume per vedervi la partita dell'Italia nel pomeriggio – ha urlato in Aula Antonio Borghesi (Idv) –, ma i tempi che abbiamo a disposizione ci permetteranno di tenervi qui a votare almeno fino alle 15". "Continueremo a portare avanti la nostra opposizione in quest'Aula, su questo decreto legge, finché potremo, finché resisteremo, perché è giusto così – aveva detto Di Pietro nella notte –. Posso rivendicare con orgoglio quello che in queste ore stiamo facendo. Stiamo facendo il nostro lavoro. Rispettiamo gli altri e agli altri chiediamo rispetto". In mattinata ha aggiunto: “È tempo di fare un primo bilancio di questa maratona che l'Italia dei valori sta portando avanti. Abbiamo molto riflettuto in queste ore e abbiamo deciso che solo la caduta fisica potrà fermarci. Per altri è più importante alle 16 vedere la partita o L'isola dei famosi, mentre noi siamo qua a discutere di un tema serio: il futuro del comparto cultura”.

La scelta dell’Italia dei valori è stata criticata da Pd, Udc e Pdl. “Staremo qui se necessario fino alle 17, alle 18 e anche oltre. A noi la partita non interessa”, dice Pier Ferdinando Casini (Udc). D’accordo Dario Franceschini (Pd): “Siamo pronti a stare qui anche durante Italia-Slovacchia”. Contro Di Pietro anche il capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto, che ha parlato di una “polemichetta da quattro soldi”. “Il fatto che questa non sia unicamente una protesta è dimostrato dal fatto che alle 06.00 di questa mattina è stato approvato un nostro emendamento, assieme ad uno analogo del Pd, per la difesa degli stipendi, già molto bassi, dei dipendenti degli Enti Lirici”, ha ribattuto il capogruppo Idv alla Camera, Massimo Donadi.

Di Pietro, durante la notte, si è appisolato. Non è stato il solo. Diversi deputati sono crollati sul banco, sui divani della sala lettura e su quelli del Transatlantico, svegliati solo dal trambusto dei colleghi al momento di votare. Altri, invece, hanno resistito, magari coprendosi gli occhi con occhiali da sole. Qualcuno ha fatto avanti e indietro per prendere un caffè e un cornetto. Franco Barbato (Idv), senza badare al divieto di consumare cibi nell’Emiciclo di Montecitorio, ha portato provviste per i colleghi di gruppo. Vero stacanovista è il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi: non ha mai abbandonato il suo posto al banco del governo.

A Montecitorio l'ultima seduta fiume era stata deliberata il 13 dicembre 2007, per l'esame della legge Finanziaria. Il testo del decreto sulle fondazioni liriche, che scade il 28 giugno, è già stato approvato in Senato con la fiducia.

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