Manifestazione al Palalottomatica di Roma. L'attacco del segretario: “Paghino i furbetti. Una manovra fatta da 2380 commi e neanche un'idea. Berlusconi ha risolto solo i problemi suoi e non quelli degli italiani". GUARDA TUTTI I VIDEO DELL'INTERVENTO
Guarda in fondo all'articolo tutti i video con l'intervento di Bersani
Prende il via da oggi la campagna d'estate del Pd incentrata sui temi della democrazia e sociali. A lanciarla, dal palco della manifestazione contro la manovra economica, è il segretario del Pd, Pierluigi Bersani. Accolto dallo sventolare di tante bandiere del partito, Bersani si rivolge alla platea dicendo che "questo è il Pd che io ho in testa. Un partito con mani, cuore, testa e piedi dentro la società, dentro i problemi della gente comune". Questo, insiste Bersani, "è il modo di essere che ci darà la strada di un grande partito popolare". Ma avverte il segretario, "questo non è il punto di arrivo, ma l'inizio, gambe in spalla inizia la campagna d'estate" che si svolgerà soprattutto nelle "migliaia di feste che saranno la nostra vetrina vivente".
Bersani ha ricordato come sulla crisi non si abbia "mai avuto un serio dibattito". "E' paradossale - ha continuato il segretario del Pd - in due anni non c'è mai stato un pubblico dibattito sul che fare, nessun confronto". Bersani lamenta il decreto approvato in "nove minuti e mezzo" dal consiglio dei ministri "di 150 pagine con 2380 commi". "Meno male - commenta Bersani - che Berlusconi si presenta come il grande semplificatore e criticava Prodi per la lunghezza dei suoi provvedimenti". "Sono 2380 - aggiunge Bersani - senza uno straccio di idea, senza una sintesi, senza una direzione di marcia".
Pier Luigi Bersani bacchetta anche una parte della "cosiddetta classe dirigente nazionale" colpevole di prendere per vere tutte "le balle azzurre" di Berlusconi. Bersani si rivolge a "quel bel pezzo della nostra classe dirigente" avvertendola che "berlusconismo e conformismo saranno egualmente responsabili dei prezzi che il Paese pagherà". Sempre a quella parte di classe dirigente il leader del Pd spiega che "non si può prendere per buona qualsiasi bolla di sapone. Vi chiedo: dove è finito il taglio all'Irap? Dov'è finito il posto fisso? E la Banca del Sud? E la mitica Credit Card? Possibile che - chiede Bersani - colonne di piombo sono state scritte su queste bolle di sapone e nemmeno quattro righe per dire che erano tutte balle? Ma lo volete scrivere?". Ancora, Bersani insiste sulle promesse fatte dal Governo, sugli annunci non mantenuti: "Dove sono finiti i miracoli de L'Aquila? E quelli sull'immondizia di Napoli? Nella versione di Apicella la canzone 'Le mille bolle blu', diventa 'Le mille balle azzurre'". Infine, Bersani ironizza anche sulla nuova misura a favore delle imprese proposta da Tremonti: "Mi si porti un imprenditore che abbia mai detto, 'accidenti, c'e' l'articolo 41 della Costituzione'. Poi si alza Tremonti e la notizia balza dappertutto. Non capisco perché tanta gente gli va sempre dietro, e non è gente qualsiasi...".
"Berlusconi ha giurato sulla Costituzione e quell'articolo uno non si può cambiare, non è a disposizione di nessuno e se non gli piace vada a casa". Così, tra gli applausi dei militanti, il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, ha attaccato il premier nel suo intervento alla manifestazione a Roma. "Berlusconi - ha affermato Bersani - chiede sempre più potere ma questo messaggio porta il paese al disastro". "La teoria di un uomo solo al comando non ci ha portati mai da nessuna parte. Ha risolto i problemi suoi, non quelli degli italiani" ha proseguito il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, che ha attaccato "il meccanismo populista" del governo. "La loro è una macchina - afferma Bersani - tarata per fare consenso non per governare. Non riesce ad affrontare i problemi, a guardarli in faccia come abbiamo fatto noi stamattina. Ma noi non permetteremo che una crisi sociale acuta porti acqua al mulino della crisi democratica, al cancro dell'antipolitica e dell'antistato".
Sulle intercettazioni Bersani attacca la maggioranza: "Dicono che stanno riflettendo, bene. Vuol dire che hanno capito che vanno sul duro ma attenti, loro fanno così: fanno alt, non trovano la quadra e si rimettono l'elmetto e via con i voti di fiducia...". "Finora - osserva Bersani alla manifestazione al Palalottomatica sulla manovra - hanno messo oltre 30 voti di fiducia e 50 decreti. Siamo a circa un voto di fiducia alla settimana di lavoro in Parlamento. Ma il Parlamento è il luogo della libertà di tutti e se si zittisce quel luogo non c'è più libertà per nessuno". A parte la preoccupazione per il ritorno ad un voto di fiducia anche alla Camera sul ddl intercettazioni, Bersani ricorda che "se non ci fossero state le intercettazioni non avremmo saputo niente delle 'cricca' e della 'banda delle ville del Brenta"'. "Noi - conclude Bersani - non ci stiamo al bavaglio all'informazione e ai limiti al lavoro della magistratura".
Bersani attacca anche la Lega Nord, per il suo approvare le leggi del governo per poi fare campagna elettorale anti italiana al nordo. "La Lega - dice il segretario del Pd - è dura con gli inni, con con la squadra di calcio, ma con i miliardari è un po' mollacciona". "Vorrei mandare un messaggio a Pontida e a Bossi: guarda che con il Va pensiero o tifando Paraguay non si mangia mica né si fa il federalismo".
GUARDA L'INTERVENTO DI BERSANI:
La manovra economica del governo.
Tu cosa avresti tagliato?
Discutine nel forum
Prende il via da oggi la campagna d'estate del Pd incentrata sui temi della democrazia e sociali. A lanciarla, dal palco della manifestazione contro la manovra economica, è il segretario del Pd, Pierluigi Bersani. Accolto dallo sventolare di tante bandiere del partito, Bersani si rivolge alla platea dicendo che "questo è il Pd che io ho in testa. Un partito con mani, cuore, testa e piedi dentro la società, dentro i problemi della gente comune". Questo, insiste Bersani, "è il modo di essere che ci darà la strada di un grande partito popolare". Ma avverte il segretario, "questo non è il punto di arrivo, ma l'inizio, gambe in spalla inizia la campagna d'estate" che si svolgerà soprattutto nelle "migliaia di feste che saranno la nostra vetrina vivente".
Bersani ha ricordato come sulla crisi non si abbia "mai avuto un serio dibattito". "E' paradossale - ha continuato il segretario del Pd - in due anni non c'è mai stato un pubblico dibattito sul che fare, nessun confronto". Bersani lamenta il decreto approvato in "nove minuti e mezzo" dal consiglio dei ministri "di 150 pagine con 2380 commi". "Meno male - commenta Bersani - che Berlusconi si presenta come il grande semplificatore e criticava Prodi per la lunghezza dei suoi provvedimenti". "Sono 2380 - aggiunge Bersani - senza uno straccio di idea, senza una sintesi, senza una direzione di marcia".
Pier Luigi Bersani bacchetta anche una parte della "cosiddetta classe dirigente nazionale" colpevole di prendere per vere tutte "le balle azzurre" di Berlusconi. Bersani si rivolge a "quel bel pezzo della nostra classe dirigente" avvertendola che "berlusconismo e conformismo saranno egualmente responsabili dei prezzi che il Paese pagherà". Sempre a quella parte di classe dirigente il leader del Pd spiega che "non si può prendere per buona qualsiasi bolla di sapone. Vi chiedo: dove è finito il taglio all'Irap? Dov'è finito il posto fisso? E la Banca del Sud? E la mitica Credit Card? Possibile che - chiede Bersani - colonne di piombo sono state scritte su queste bolle di sapone e nemmeno quattro righe per dire che erano tutte balle? Ma lo volete scrivere?". Ancora, Bersani insiste sulle promesse fatte dal Governo, sugli annunci non mantenuti: "Dove sono finiti i miracoli de L'Aquila? E quelli sull'immondizia di Napoli? Nella versione di Apicella la canzone 'Le mille bolle blu', diventa 'Le mille balle azzurre'". Infine, Bersani ironizza anche sulla nuova misura a favore delle imprese proposta da Tremonti: "Mi si porti un imprenditore che abbia mai detto, 'accidenti, c'e' l'articolo 41 della Costituzione'. Poi si alza Tremonti e la notizia balza dappertutto. Non capisco perché tanta gente gli va sempre dietro, e non è gente qualsiasi...".
"Berlusconi ha giurato sulla Costituzione e quell'articolo uno non si può cambiare, non è a disposizione di nessuno e se non gli piace vada a casa". Così, tra gli applausi dei militanti, il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, ha attaccato il premier nel suo intervento alla manifestazione a Roma. "Berlusconi - ha affermato Bersani - chiede sempre più potere ma questo messaggio porta il paese al disastro". "La teoria di un uomo solo al comando non ci ha portati mai da nessuna parte. Ha risolto i problemi suoi, non quelli degli italiani" ha proseguito il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, che ha attaccato "il meccanismo populista" del governo. "La loro è una macchina - afferma Bersani - tarata per fare consenso non per governare. Non riesce ad affrontare i problemi, a guardarli in faccia come abbiamo fatto noi stamattina. Ma noi non permetteremo che una crisi sociale acuta porti acqua al mulino della crisi democratica, al cancro dell'antipolitica e dell'antistato".
Sulle intercettazioni Bersani attacca la maggioranza: "Dicono che stanno riflettendo, bene. Vuol dire che hanno capito che vanno sul duro ma attenti, loro fanno così: fanno alt, non trovano la quadra e si rimettono l'elmetto e via con i voti di fiducia...". "Finora - osserva Bersani alla manifestazione al Palalottomatica sulla manovra - hanno messo oltre 30 voti di fiducia e 50 decreti. Siamo a circa un voto di fiducia alla settimana di lavoro in Parlamento. Ma il Parlamento è il luogo della libertà di tutti e se si zittisce quel luogo non c'è più libertà per nessuno". A parte la preoccupazione per il ritorno ad un voto di fiducia anche alla Camera sul ddl intercettazioni, Bersani ricorda che "se non ci fossero state le intercettazioni non avremmo saputo niente delle 'cricca' e della 'banda delle ville del Brenta"'. "Noi - conclude Bersani - non ci stiamo al bavaglio all'informazione e ai limiti al lavoro della magistratura".
Bersani attacca anche la Lega Nord, per il suo approvare le leggi del governo per poi fare campagna elettorale anti italiana al nordo. "La Lega - dice il segretario del Pd - è dura con gli inni, con con la squadra di calcio, ma con i miliardari è un po' mollacciona". "Vorrei mandare un messaggio a Pontida e a Bossi: guarda che con il Va pensiero o tifando Paraguay non si mangia mica né si fa il federalismo".
GUARDA L'INTERVENTO DI BERSANI:
La manovra economica del governo.
Tu cosa avresti tagliato?
Discutine nel forum