Intercettazioni, Governo pone fiducia. L'Idv occupa l’Aula

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I senatori dell'Italia dei valori durante l'occupazione dell'aula del Senato. Foto distribuita dalll'Ufficio Stampa dell'Idv
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La maggioranza blinda il controverso disegno di legge. A comunicarlo, tra le proteste dell’opposizione, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito. La fiducia sarà votata in Senato giovedì a partire dalle 11.30

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Il Senato voterà domani la fiducia sul disegno di legge che limita l'uso delle intercettazioni da parte della magistratura e impedisce la loro pubblicazione sui media fino al termine delle inchieste.
   
La fiducia è stata chiesta oggi in aula dal ministro per i Rapporti con il Parlamento Elio Vito, su un maxiemendamento del governo che ricalca l'ultimo testo del ddl, cambiato in due tornate successive dalla maggioranza.
   
"Valutate le circostanze il governo è autorizzato a porre la questione di fiducia su un emendamento interamente sostitutivo del testo che tiene conto dei lavori della commissione Giustizia", ha detto oggi in aula Vito.
   
Vito ha aggiunto che il consiglio dei ministri ha autorizzato la fiducia nella seduta del 29 maggio scorso, ma il suo portavoce, dopo la sospensione della seduta, ha corretto il ministro, perché il 29 maggio era un sabato e il cdm si era riunito martedì 25 maggio, comunque prima che il ddl subisse le ultime modifiche.
   
Il voto, che chiuderà un anno di tormentato esame del ddl al Senato, è stato fissato per domani intorno alle 12, dopo le dichiarazioni di voto finali, ma l'Italia dei Valori di Antonio Di Pietro ha annunciato battaglia fino all'ultimo.
   
In una nota Di Pietro ha fatto sapere che i senatori del suo gruppo hanno occupato da stasera l'aula del Senato "nell'estremo tentativo di bloccare la votazione sul ddl. E' la nostra resistenza al dittatore Berlusconi".
   
La Camera aveva votato nel giugno 2009 il disegno di legge - in una versione che è stata rimaneggiata poi a Palazzo Madama diverse volte - e anche in quell'occasione il governo aveva posto la fiducia.
   
"Il maxiemendamento contiene piccole novità, ma non tali da farci cambiare opinione sul provvedimento", ha detto la capogruppo del Pd al Senato, Anna Finocchiaro. "Il testo è pieno di elementi di irragionevolezza e ci sono motivi per ricorrere alla Corte costituzionale prima di qualsiasi attività referendaria", ha aggiunto con riferimento alla dichiarata intenzione dell'Idv di avviare la raccolta delle firme per un referendum abrogativo non appena il testo diventerà legge.
   
Dopo il Senato, il ddl tornerà alla Camera per la terza lettura, ma ieri il presidente di Montecitorio, Gianfranco Fini - a capo della minoranza del Pdl che aveva in più occasioni criticato il provvedimento -, ha detto che l'ultima versione emersa al Senato rappresentava per lui un buon compromesso.
   
Maurizio Gasparri, presidente del gruppo del Pdl al Senato, ha commentato la fiducia dicendo che "è un diritto della maggioranza arrivare alla decisione, visto che di intercettazioni si discute da due anni".
   
Il premier Silvio Berlusconi, tornando anche oggi sull'argomento, ha detto che la legge sulle intercettazioni è solo un primo passo per garantire la privacy dei cittadini e sarà migliorata in seguito, precisando che gli oppositori sono solo "una "piccola lobby di magistrati e giornalisti".
   
Editori, sindacati di giornalisti, magistrati e della polizia di Stato, hanno criticato duramente il disegno di legge perché ostacola le rispettive attività, con danno al diritto di cronaca e alla lotta alla criminalità, anche quella mafiosa.


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