Manovra, Berlusconi apre a modifiche

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Il premier ai Promotori della Libertà annuncia la disponibilità a considerare cambiamenti a patto che i 24,9 miliardi "non vengano ridotti di una virgola". D'accordo anche il leader delle Lega Bossi. Spunta l'ipotesi di mini-condono edilizio

La manovra economica del governo.
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Silvio Berlusconi apre a possibili modifiche in Parlamento della manovra da 24,9 miliardi e cerca il coinvolgimento dell'opposizione, purché arrivino "proposte migliorative" e non solo "insulti", come fino ad ora è stato. Il premier parla in un messaggio video ai Promotori della Libertà, ai quali affida il compito di spiegare la manovra città per città, convinto che "la gran parte dei cittadini capirà l'importanza ed il significato di questa svolta", indispensabile per la ripresa economica e che non aumenta le tasse.
Nonostante la crisi, il premier si dice certo che esistono già "segnali importanti e confortanti" nella ripresa dei consumi, delle esportazioni, della produzione. E assicura che "l'economia va meglio di come dice la sinistra". Perciò, proprio per consolidare la ripresa, Berlusconi rilancia l'idea di Tremonti di una "rivoluzionaria misura", "un grande piano di liberalizzazioni" che passa attraverso la "totale autocertificazione per le piccole e medie imprese e per l'artigianato", che potranno iniziare ad esistere in un giorno soltanto. Una misura che, prevedendo una modifica della Costituzione, avrebbe vita assai più facile se di fronte alla crisi la sinistra nostrana fosse pronta alla "solidarietà e alla condivisione con il governo", come lo sono le socialdemocrazie nel resto d'Europa.
Il presidente del Consiglio, pur chiarendo che il saldo complessivo della manovra non è in discussione, apre a possibili correzioni. "Il Parlamento - dice - potrà ovviamente introdurre delle modifiche a questa manovra, ma deve essere chiaro che i saldi di bilancio che sono previsti dalla manovra, che portano ad una diminuzione della spesa pubblica di 24,9 miliardi di euro in due anni, non potranno essere modificati neppure di una virgola".

Apre a modifiche anche il leader della Lega, Umberto Bossi, secondo il quale la manovra correttiva del governo non è intoccabile. "Non può diventare come un tempo quando la finanziaria era un'occasione per portare via un sacco di soldi", ha ammonito, parlando con i giornalisti a margine della finale di Miss. Padania a Milano. "Però - ha aggiunto - qualche ragionamento si può fare: vediamo che emendamenti presentano". Bossi ha ribadito che la manovra non metterà a rischio il federalismo. La manovra - ha osservato - "la fa Tremonti, Tremonti non è un mio avversario, è un federalista, non farebbe niente contro il federalismo" perché "sa bene che il federalismo è l'unica possibilità per il Paese per andare avanti.

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