Comunali: non ha avversari, si fa sfidare dai familiari

Politica
Un manifesto elettorale di Carmelo Pace modificato da chi ne contesta la candidatura (via Facebook)
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A Ribera Carmelo Pace (Udc) corre contro il suo migliore amico, la madre e la sorella, iscritti in una lista "civetta", creata per non incappare nel quorum previsto in caso di candidato unico. Ma il Pd chiede verifiche e annuncia ricorsi

di Serenella Mattera

Corre per la poltrona di sindaco contro se stesso, Carmelo Pace. O meglio, sfida il suo “migliore amico”. E anche sua madre, sua sorella e suo cognato, che sono in lista con lui. Ma non ci si lasci ingannare: non si tratta di una resa di conti familiare. Bensì di un favore (un “sacrificio”), che Pace ha chiesto all’amico Calogero Smeraglia e ai parenti più stretti, perché rischiava davvero di correre da solo alle elezioni. E allora avrebbe dovuto combattere contro un pericoloso quorum richiesto dalla legge in caso di candidato unico (il 50% più uno dei cittadini aventi diritto al voto), rischiando di non farcela. Con la lista civetta presentata in extremis, invece, il risultato sembra già scritto. Le urne aperte il 30 e 31 maggio non potranno che proclamare Pace nuovo sindaco di Ribera, comune di 20 mila anime in provincia di Agrigento. Ma c’è chi lancia l’allarme sulla validità della lista "fantoccio". E il Partito democratico annuncia fin d’ora ricorso.

“Ci troviamo a fare una campagna elettorale purtroppo da soli. Ma non è colpa nostra”, sostiene Pace, che è anche vicepresidente della provincia di Agrigento, ai microfoni dell’emittente locale Tele Radio Monte Kronio. Il candidato dell’Udc, che è sostenuto da otto liste di centrodestra (con una componente proveniente dal Pd), accusa i suoi (mancati) avversari di non aver presentato di proposito una coalizione alternativa, “perché volevano invalidare” le elezioni, prevedendo il mancato raggiungimento del quorum. E quindi ammette di essersi creato da sé una lista che lo sfidasse, “con sacrificio del mio migliore amico, che si chiama Lillo Smeraglia e che è ex capogruppo dell’Udc”. Insomma, ostenta tranquillità il trentanovenne candidato sindaco. Tutto alla luce del sole, assicura.

Ma che le cose vadano bene così, in molti non lo pensano affatto. Un “Comitato SOS democrazia” si è costituito per chiedere il ritiro della candidatura di Pace. E sono nati alcuni gruppi Facebook di protesta, come quello che, parafrasando una nota pubblicità, manda un messaggio al futuro sindaco: “Ti piace vincere facile”. Intanto il Partito democratico, che non ha presentato un proprio candidato, chiede ai suoi elettori di non votare in consultazioni “fasulle, taroccate e inutili”. E annuncia che “promuoverà tutte le azioni necessarie ad annullare o invalidare” il voto.

A una settimana dall’apertura delle urne, inoltre, l’eurodeputato Rosario Crocetta e il senatore Giuseppe Lumia, entrambi del Pd, hanno chiesto al ministero dell’Interno un’ispezione immediata su quella che sostengono essere “una situazione di inaudita gravità, perché dimostra l’assenza totale di pluralismo nella competizione elettorale”. Non solo. I due parlamentari invocano anche un accertamento sulla presenza “di possibili elementi di condizionamento mafioso sulle elezioni”. La vita politica di Ribera, insomma, potrebbe far parlare ancora di sé.

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