Intercettazioni, Alfano: "Nessuna ragione per porre fiducia"
PoliticaIl ministro della Giustizia a proposito del testo che sarà votato dalla prossima settimana in Senato. E aggiunge: "Le intercettazioni varranno anche per lo stalking". Intanto Pd e Idv chiedono che il documento torni in commissione Giustizia
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Il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha detto che al momento non esistono ragioni per cui il governo debba porre la fiducia al Senato sul disegno di legge sulle intercettazioni, che sarà votato dall'aula di Palazzo Madama a partire dalla prossima settimana. "Non abbiamo alcuna ragione ora per porre la fiducia", ha detto il Guardasigilli ai giornalisti a margine di un convegno a Roma. Sugli emendamenti che maggioranza e governo intendono presentare al ddl, il ministro ha detto che si terrà una riunione per definirne i contenuti.
Le intercettazioni "saranno possibili per tutti i reati per i quali si intercettava prima più uno, lo stalking". Lo ha specificato il Guardasigilli Angelino Alfano. Con il disegno di legge "cambia che non si potrà più intercettare senza motivo - ha ribadito il ministro - decideranno i giudici e lo si farà per un periodo breve". Per Alfano "si è raggiunto un punto di equilibrio tra le esigenze delle indagini, il diritto di cronaca e quello alla riservatezza. Come previsto dal testo approvato alla Camera, i cittadini potranno sapere, ma saranno punite le fughe di notizie". "Non si capisce perché - ha concluso il ministro - se uno rende noto un verbale segreto non debba essere punito".
Intanto il Pd e l'Idv chiedono che il testo sulle intercettazioni licenziato dalla Commissione Giustizia del Senato, torni di nuovo in commissione. Per Anna Finocchiaro presidente dei senatori del Pd, "il presidente Berlusconi dovrà riflettere. Se avesse un ministro vero, piuttosto che un portaordini, e consiglieri che fossero innanzitutto parlamentari, piuttosto che avvocati difensori, l'Italia avrebbe già una buona legge sulle intercettazioni, magari condivisa".
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Il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha detto che al momento non esistono ragioni per cui il governo debba porre la fiducia al Senato sul disegno di legge sulle intercettazioni, che sarà votato dall'aula di Palazzo Madama a partire dalla prossima settimana. "Non abbiamo alcuna ragione ora per porre la fiducia", ha detto il Guardasigilli ai giornalisti a margine di un convegno a Roma. Sugli emendamenti che maggioranza e governo intendono presentare al ddl, il ministro ha detto che si terrà una riunione per definirne i contenuti.
Le intercettazioni "saranno possibili per tutti i reati per i quali si intercettava prima più uno, lo stalking". Lo ha specificato il Guardasigilli Angelino Alfano. Con il disegno di legge "cambia che non si potrà più intercettare senza motivo - ha ribadito il ministro - decideranno i giudici e lo si farà per un periodo breve". Per Alfano "si è raggiunto un punto di equilibrio tra le esigenze delle indagini, il diritto di cronaca e quello alla riservatezza. Come previsto dal testo approvato alla Camera, i cittadini potranno sapere, ma saranno punite le fughe di notizie". "Non si capisce perché - ha concluso il ministro - se uno rende noto un verbale segreto non debba essere punito".
Intanto il Pd e l'Idv chiedono che il testo sulle intercettazioni licenziato dalla Commissione Giustizia del Senato, torni di nuovo in commissione. Per Anna Finocchiaro presidente dei senatori del Pd, "il presidente Berlusconi dovrà riflettere. Se avesse un ministro vero, piuttosto che un portaordini, e consiglieri che fossero innanzitutto parlamentari, piuttosto che avvocati difensori, l'Italia avrebbe già una buona legge sulle intercettazioni, magari condivisa".
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