Bondi a Napolitano “Fango su di me, non posso difendermi"

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Inchiesta G8, il ministro e coordinatore del Pdl indirizza la lettera anche a Schifani e Berlusconi. "Meccanismo che spero non si ripeta perchè dimostrerebbe che non siamo capaci di rinnovarci senza fuoriuscire dalle regole"

E' indirizzata al Presidente della Repubblica, a quello del Senato e al presidente del Consiglio l'appello che Sandro Bondi affida a una lettera aperta diffusa dal ministro per i Beni culturali e coordinatore Pdl. Lettera che Bondi, senatore Pdl, non ha indirizzato invece al presidente della Camera. Bondi ripercorre minuziosamente i termini della vicenda che lo vede sulle cronache di questi giorni, parla di un 'fenomeno e meccanismo gia' visto all'opera, gia' conosciuto nel passato' per rilevare che 'sappiamo che non ha condotto a nessun autentico cambiamento della societa' italiana' ma anzi 'spesso ha condotto a gravi ingiustizie e a veri e propri drammi umani'. 'Spero che cio' non si ripeta ancora - dice a Napolitano, Schifani e Berlusconi - perche' dimostrerebbe che il nostro Paese non e' capace di rinnovarsi senza fuoriuscire dalle regole, senza passare attraverso la ricerca di capri espiatori, che non solo contrasta con il senso di giustizia, ma che alla fine si rivela un male peggiore di quello che si vorrebbe estirpare. Per queste ragioni mi sono rivolto a Voi, nella speranza che il mio caso, che e' piccola cosa ma vive drammaticamente in me, possa suscitare qualche interrogativo prima che non sia troppo tardi'.

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