Urne aperte in 204 comuni, tra cui Rovereto, Arco e Riva del Garda. A Cis non si vota per assenza di candidati, mentre due comuni eleggono per la prima volta i loro sindaci
di David Saltuari
Il 16 maggio si voterà anche in 204 comuni della provincia di Trento. Le città più popolose chiamate alle urne saranno Rovereto, Arco e Riva del Garda. Nel Trentino, a differenza del vicino Alto Adige, la popolazione è tutta di lingua italiana, ma questo non aiuta certo a chiarire il quadro politico della regione. Il presidente della provincia, quel Lorenzo Dellai spesso portato ad esempio a livello nazionale, è presidente dell'Upt, L'unione per il Trentino, partito nato da quella parte della Margherita che non è voluta entrare nel Pd e che ora è vicina ad Alleanza per l'Italia di Francesco Rutelli. E come se non bastasse, a scombinare le carte c'è il Patt, Partito Autonomista Trentino Tirolese, partito centrista, presente fin dai tempi della Prima Repubblica e che negli anni novanta superò spesso il 20%. Oggi si è parecchio ridimensionato, ma diventa spesso indispensabile per la formazione di coalizioni.
A Rovereto Pd, Upt e Patt sono riusciti a trovare un accordo e candidano Andrea Miorandi alla carica di sindaco. I maggiori problemi, però, potrebbero venire da Guglielmo Valduga, sindaco uscente eletto con lista civica (ma di area di centrosinistra) che, dopo mesi di trattative con i democratici e i centristi, ha deciso di correre da solo. Il Pd è il primo partito in città, ma Valduga spera di poter capitalizzare i suoi cinque anni di amministrazione della città. Tra i due litiganti spera di godere Barbara Lorenzi, candidata dal Pdl.
Ad Arco, secondo comune per grandezza tra quelli al voto, Pd e i centristi dell'Upt e del Patt vanno divisi dopo mesi di trattative logoranti. I democratici, insieme ai Verdi (che qui sono una forza politica di un certo peso), appoggeranno Paolo Mattei, imprenditore locale, mentre Upt e Patt hanno scelto Mario Morandini, un uomo dell'Udc. Contro si troveranno Stefano Tamburini, candidato di Pdl e Lega Nord. A Riva del Garda è invece il centrodestra a presentarsi diviso con La Lega che candidata Francesco Maria Bachin e il Pdl che si affida a Carlo Modena. Dall'altra parte della barricata si troveranno una coalizione che va dai centristi del Patt e dell'Upt fino ai Verdi e che candida l'attuale vicesindaco Adalberto Mosaner.
Da sottolineare che nella maggior parte dei comuni più piccoli a presentarsi alle urne saranno soprattutto liste civiche, con ben 42 comuni in cui ci sarà un solo candidato sindaco. A Cis, un comune di poco più di 300 abitanti in Val di Non, non ci sarà nessuna elezione. Il sindaco uscente, Giuseppe Dapoz, non si è potuto presentare per aver raggiunto il limite massimo di mandati e nessun altro si è fatto avanti. Per ora il comune è stato commissariato, in attesa di trovare qualcuno che abbia voglia di guidare la giunta. Comano Terme e Ledro eleggeranno invece il loro primo sindaco in assoluto. I due comuni, infatti, sono stati istituiti quest'anno.
Il 16 maggio si voterà anche in 204 comuni della provincia di Trento. Le città più popolose chiamate alle urne saranno Rovereto, Arco e Riva del Garda. Nel Trentino, a differenza del vicino Alto Adige, la popolazione è tutta di lingua italiana, ma questo non aiuta certo a chiarire il quadro politico della regione. Il presidente della provincia, quel Lorenzo Dellai spesso portato ad esempio a livello nazionale, è presidente dell'Upt, L'unione per il Trentino, partito nato da quella parte della Margherita che non è voluta entrare nel Pd e che ora è vicina ad Alleanza per l'Italia di Francesco Rutelli. E come se non bastasse, a scombinare le carte c'è il Patt, Partito Autonomista Trentino Tirolese, partito centrista, presente fin dai tempi della Prima Repubblica e che negli anni novanta superò spesso il 20%. Oggi si è parecchio ridimensionato, ma diventa spesso indispensabile per la formazione di coalizioni.
A Rovereto Pd, Upt e Patt sono riusciti a trovare un accordo e candidano Andrea Miorandi alla carica di sindaco. I maggiori problemi, però, potrebbero venire da Guglielmo Valduga, sindaco uscente eletto con lista civica (ma di area di centrosinistra) che, dopo mesi di trattative con i democratici e i centristi, ha deciso di correre da solo. Il Pd è il primo partito in città, ma Valduga spera di poter capitalizzare i suoi cinque anni di amministrazione della città. Tra i due litiganti spera di godere Barbara Lorenzi, candidata dal Pdl.
Ad Arco, secondo comune per grandezza tra quelli al voto, Pd e i centristi dell'Upt e del Patt vanno divisi dopo mesi di trattative logoranti. I democratici, insieme ai Verdi (che qui sono una forza politica di un certo peso), appoggeranno Paolo Mattei, imprenditore locale, mentre Upt e Patt hanno scelto Mario Morandini, un uomo dell'Udc. Contro si troveranno Stefano Tamburini, candidato di Pdl e Lega Nord. A Riva del Garda è invece il centrodestra a presentarsi diviso con La Lega che candidata Francesco Maria Bachin e il Pdl che si affida a Carlo Modena. Dall'altra parte della barricata si troveranno una coalizione che va dai centristi del Patt e dell'Upt fino ai Verdi e che candida l'attuale vicesindaco Adalberto Mosaner.
Da sottolineare che nella maggior parte dei comuni più piccoli a presentarsi alle urne saranno soprattutto liste civiche, con ben 42 comuni in cui ci sarà un solo candidato sindaco. A Cis, un comune di poco più di 300 abitanti in Val di Non, non ci sarà nessuna elezione. Il sindaco uscente, Giuseppe Dapoz, non si è potuto presentare per aver raggiunto il limite massimo di mandati e nessun altro si è fatto avanti. Per ora il comune è stato commissariato, in attesa di trovare qualcuno che abbia voglia di guidare la giunta. Comano Terme e Ledro eleggeranno invece il loro primo sindaco in assoluto. I due comuni, infatti, sono stati istituiti quest'anno.