Ospite dell'Intervista di Maria Latella su SKY TG24, il segretario del Pd va all'attacco del premier e della sua accelerazione sulle riforme e propone "un patto repubblicano". E poi ancora: lavoro, il Pd, il Papa e la pedofilia
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Ospite della rubrica domenicale "L'Intervista", condotta da Maria Latella, il segretario del Pd Pier Luigi Bersani ha sottolineato la necessità di "rafforzare la democrazia per renderla più efficiente".
Il leader dell'opposizione ha contestato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che "intende accelerare in curva sulle riforme, aggirando i problemi con un modello plebiscitario". A SKY TG24 Bersani ha lanciato la controproposta del Pd: "Chiamiamo tutti quelli, che sono disponibili, a un patto repubblicano per riformare le regole nel solco della nostra Costituzione, che è la più bella del mondo".
Relativamente alle tensioni tra il premier e il presidente della Camera, Bersani ha detto di non conoscere le dinamiche di quello che sta succedendo. Da tale vicenda risulta però chiaro che "questa loro vittoria alle Regionali 'senza se e senza ma' è una leggenda: il Pdl ha perso quattro punti e quelli di An se ne sono accorti".
Per il segretario del Pd, in ultima analisi, "le ultime elezioni hanno dimostrato un distacco micidiale tra società e politica, un distacco tra politiche di governo e bisogni sociali. Dal punto di vista dei numeri reali siamo arretrati tutti, chi più chi meno. Quelli di An si sono accorti che un partito non si fa sul predellino e che le fiducie sui provvedimenti in Parlamento hanno zittito anche la maggioranza".
Ma Bersani parla anche del suo partito, il Pd. "Romano Prodi non ha proposto un partito del Nord, ma l'accentuazione della struttura federale. Ieri i piemontesi non c'erano perché in Italia non si volava...", ha spiegato a SKY TG24 riferendosi alle prese di posizione di Prodi e all'assenza di ieri del sindaco di Torino Sergio Chiamparino alla Direzione del partito. Bersani ha sottolineato la necessità per il Pd di essere "un partito estremamente federale, dove siano rappresentati tutti i territori. Abbiamo lanciato un progetto per essere un partito di nuova unità nazionale".
Sul tema della pedofilia che sta terremotando le gerarchie ecclesiastiche, Bersani ha commentato: "Devo dire che questo Pontefice sta scoperchiando il problema con coraggio, affrontando le situazioni: questa mi pare una cosa davvero importante". "Ci sono settori della Chiesa - ha puntualizzato - che nel passato non hanno percepito che quel peccato è un reato ed è un gravissimo reato che va affidato senza se e senza ma alla giustizia civile".
Altro tema caldo, il lavoro: "Siamo davanti ad una crisi economica senza precedenti, in cui si riducono gli investimenti che invece andrebbero aumentare. E' assurdo ridurre gli investimenti pubblici in questa fase", ha detto il segretario del Pd confermando che nella direzione del partito di ieri "si è parlato di Italia, di lavoro e del fatto che siamo davanti al dramma di un paese che si avvicina sempre più al Maghreb che alla Ue". "Bisogna lavorare - ha spiegato - ad un percorso di unificazione del sistema dei diritti e alla stabilizzazione del lavoro dei giovani; presto presenteremo delle proposte perché in tutta Italia si sviluppi un dibattito sul tema. Il problema - ha detto Bersani - non è solo fare regole ma anche creare lavoro".
"Se i leghisti vogliono fare un favore alle piccole e medie imprese, visto che sono al governo, riprendano la mia norma sulle commissioni di massimo scoperto o sulla trasferibilità dei mutui. Sono al governo: facciano le leggi, non occupino le banche...", ha concluso Bersani riferendosi alle affermazioni di Umberto Bossi sulle banche.
L'INTERVISTA INTEGRALE
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Relativamente alle tensioni tra il premier e il presidente della Camera, Bersani ha detto di non conoscere le dinamiche di quello che sta succedendo. Da tale vicenda risulta però chiaro che "questa loro vittoria alle Regionali 'senza se e senza ma' è una leggenda: il Pdl ha perso quattro punti e quelli di An se ne sono accorti".
Per il segretario del Pd, in ultima analisi, "le ultime elezioni hanno dimostrato un distacco micidiale tra società e politica, un distacco tra politiche di governo e bisogni sociali. Dal punto di vista dei numeri reali siamo arretrati tutti, chi più chi meno. Quelli di An si sono accorti che un partito non si fa sul predellino e che le fiducie sui provvedimenti in Parlamento hanno zittito anche la maggioranza".
Ma Bersani parla anche del suo partito, il Pd. "Romano Prodi non ha proposto un partito del Nord, ma l'accentuazione della struttura federale. Ieri i piemontesi non c'erano perché in Italia non si volava...", ha spiegato a SKY TG24 riferendosi alle prese di posizione di Prodi e all'assenza di ieri del sindaco di Torino Sergio Chiamparino alla Direzione del partito. Bersani ha sottolineato la necessità per il Pd di essere "un partito estremamente federale, dove siano rappresentati tutti i territori. Abbiamo lanciato un progetto per essere un partito di nuova unità nazionale".
Sul tema della pedofilia che sta terremotando le gerarchie ecclesiastiche, Bersani ha commentato: "Devo dire che questo Pontefice sta scoperchiando il problema con coraggio, affrontando le situazioni: questa mi pare una cosa davvero importante". "Ci sono settori della Chiesa - ha puntualizzato - che nel passato non hanno percepito che quel peccato è un reato ed è un gravissimo reato che va affidato senza se e senza ma alla giustizia civile".
Altro tema caldo, il lavoro: "Siamo davanti ad una crisi economica senza precedenti, in cui si riducono gli investimenti che invece andrebbero aumentare. E' assurdo ridurre gli investimenti pubblici in questa fase", ha detto il segretario del Pd confermando che nella direzione del partito di ieri "si è parlato di Italia, di lavoro e del fatto che siamo davanti al dramma di un paese che si avvicina sempre più al Maghreb che alla Ue". "Bisogna lavorare - ha spiegato - ad un percorso di unificazione del sistema dei diritti e alla stabilizzazione del lavoro dei giovani; presto presenteremo delle proposte perché in tutta Italia si sviluppi un dibattito sul tema. Il problema - ha detto Bersani - non è solo fare regole ma anche creare lavoro".
"Se i leghisti vogliono fare un favore alle piccole e medie imprese, visto che sono al governo, riprendano la mia norma sulle commissioni di massimo scoperto o sulla trasferibilità dei mutui. Sono al governo: facciano le leggi, non occupino le banche...", ha concluso Bersani riferendosi alle affermazioni di Umberto Bossi sulle banche.
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