I due leader, in attesa dell’incontro chiarificatore di giovedì prossimo, giocano le loro carte. Il Premier si dice fiducioso e pronto ad andare avanti anche senza i “finiani”. Il presidente della Camera continua a contare quanti uomini sono con lui
Mentre il presidente della Camera tace e il presidente del Consiglio ostenta sicurezza, i vertici del Pdl lavorano per evitare una scissione che potrebbe essere fatale per il partito di maggioranza. Berlusconi ha assicurato che nonostante lo strappo con i “finiani”, il Governo rimarrà saldamente in sella: “Non c’è da preoccuparsi, sono fatti superabili. Al di là della direzione che prenderà la vicenda, noi rimarremo al Governo”. E le uniche a fare le spese di questo momento di caos politico sembrano essere le “famigerate” riforme costituzionale “Non sono in questo momento una priorità”, ha concluso il premier.
E mentre Fini è scomparso dalle scene, sono i suoi uomini più fidati a parlare. Italo Bocchino, Vice capogruppo del Pdl alla Camera, avverte: “Se non arriva una svolta, c’è il rischio concreto di una rottura. E in quel caso, a contrario di quello che dicono in molti, i numeri sono importanti. Abbiamo 40 deputati e 20 senatori. Anche se –specifica Bocchino – l’appoggio al governo non verrebbe meno fino alla fine della legislatura”.
Intanto a termine di una riunione in un ristorante romano i senatori della corrente Fini hanno stilato un documento dal contenuto conciliante. Da una parte per far capire che la situazione non è così critica come si dipinge e dall’altra per mandare un messaggio alla corrente berlusconiana e dire “il partito non è un monolite e siamo capaci di organizzarci”.
Nel documento si esprime solidarietà al presidente della Camera per i toni astiosi e i giudizi ingenerosi espressi da alcuni componenti del Pdl, ma contemporaneamente tirano il freno sulla questione dei gruppi autonomi in Parlamento. Come a dire “evitiamo di parlare di scissione ed elezioni anticipate”.
Un documento apprezzato da Maurizio Gasparri: “Lo abbiamo apprezzato perché si allontana la questione di una spaccatura all’interno del partito. Mentre siamo più che disposti a un confronto aperto con chi ha delle critiche interne”. Giovedì nuovo vertice e resa dei conti tra Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi.
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Fini - Berlusconi: lo scontro prosegue sul web
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Intanto a termine di una riunione in un ristorante romano i senatori della corrente Fini hanno stilato un documento dal contenuto conciliante. Da una parte per far capire che la situazione non è così critica come si dipinge e dall’altra per mandare un messaggio alla corrente berlusconiana e dire “il partito non è un monolite e siamo capaci di organizzarci”.
Nel documento si esprime solidarietà al presidente della Camera per i toni astiosi e i giudizi ingenerosi espressi da alcuni componenti del Pdl, ma contemporaneamente tirano il freno sulla questione dei gruppi autonomi in Parlamento. Come a dire “evitiamo di parlare di scissione ed elezioni anticipate”.
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