A Bari il Presidente del Consiglio è tornato a parlare di attacchi al suo governo da parte di magistrati politicizzati e di par condicio. Ma sulle riforme incontra il gelo di Fini e il secco no di Bersani, intervistato a SKY TG24
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Il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, intervenendo a Bari, il 24 marzo, per le elezioni regionali, è tornato a insistere sugli attacchi contro il suo governo da parte dei magistrati politicizzati. E lo ha fatto, ribadendo al suo elettorato che è stato costretto a scendere in campagna elettorale per colpa delle toghe rosse. Presentando il candidato del Pdl alla Regione Puglia Rocco Palese, il cavaliere ha chiesto un voto per il suo governo del fare contro la sinistra: "Vi chiedo una scelta di campo tra noi e questa sinistra, che vuole le frontiere spalancate ai clandestini, perché pensa così di cambiare la bilancia elettorale in Italia che oggi vede noi moderati in maggioranza e che vuole così diventare maggioranza del Paese". Il presidente del Consiglio s'è anche impegnato a cambiare la legge sulla par condicio: "Vi garantisco che abbiamo i numeri, dopo le elezioni, per abrogare questa legge illiberale".
Ma è soprattutto sul presidenzialismo, che il cavaliere è tornato a insistere: "Sono stato criticato, perché ho detto che saranno i cittadini a decidere se dovrà essere eletto direttamente da loro il presidente della Repubblica o il presidente del Consiglio. Sono felice di queste critiche, perché sono convinto della giustezza della mia posizione".
Ma le riforme fatte con intento demagogico non piacciono al presidente della Camera Gianfranco Fini: "Per le riforme l'approccio non può essere basato sulle strumentalizzazioni di tipo propagandistico o legato al vantaggio, pur legittimo, che possa trovare questa o quella parte". No secco anche da parte del segretario del Pd Pierluigi Bersani, che, intervistato da SKY TG24, ha dichiarato: "Noi non siamo per un'ipotesi presidenzialista. Questo non sarebbe un esito desiderabile, particolarmente in un sistema come l'Italia".
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Ma è soprattutto sul presidenzialismo, che il cavaliere è tornato a insistere: "Sono stato criticato, perché ho detto che saranno i cittadini a decidere se dovrà essere eletto direttamente da loro il presidente della Repubblica o il presidente del Consiglio. Sono felice di queste critiche, perché sono convinto della giustezza della mia posizione".
Ma le riforme fatte con intento demagogico non piacciono al presidente della Camera Gianfranco Fini: "Per le riforme l'approccio non può essere basato sulle strumentalizzazioni di tipo propagandistico o legato al vantaggio, pur legittimo, che possa trovare questa o quella parte". No secco anche da parte del segretario del Pd Pierluigi Bersani, che, intervistato da SKY TG24, ha dichiarato: "Noi non siamo per un'ipotesi presidenzialista. Questo non sarebbe un esito desiderabile, particolarmente in un sistema come l'Italia".
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