Il premier, di nuovo in tv, torna sul caso delle liste Pdl in Lombardia e Lazio e spiega che "in oltre 60 anni di storia repubblicana" non si era mai tentato di "cancellare l'avversario dalle elezioni"
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"Queste elezioni rappresentano a tutti gli effetti una scelta di campo tra il governo del fare, che tanti risultati ha ottenuti in questi due anni, e la sinistra delle critiche, dell'invidia sociale e dell'odio". Queste le prime parole pronunciate dal presidente del Consiglio nel corso di un collegamento telefonico con il Tg5, in cui è tornato sugli argomenti che hanno animato la vita politica italiana in questo ultimo mese: Le prossime elezioni amministrative, l’esclusione delle liste Pdl dal Lazio, gli attacchi giudiziari “alla sua persona” e la sinistra che a suo dire è unita solo grazie “all’antiberlusconismo che la anima da 16 anni” .
Il premier ha proseguito dicendo: "Gli italiani con il loro voto possono creare una sintonia tra il governo centrale e il governo delle regioni, cosa indispensabile per migliorare la qualità della vita dei cittadini. In questi mesi molti dei provvedimenti del governo sono stati bloccati, boicottati dalle regioni governate dalla sinistra. Soprattutto il piano casa, ma anche la salute, l'ambiente, la sicurezza, la pressione burocratico-fiscale. Se si voteranno i candidati del Popolo della Libertà questo non accadrà più. Quello che abbiamo realizzato in questi due anni a livello centrale dobbiamo trasferirlo a livello locale, per questo è assolutamente indispensabile la concordia e la reale collaborazione tra governo centrale e governi regionali".
"Hanno escluso la lista del Pdl a Roma e hanno cercato di fare lo stesso a Milano, in questo modo - ha aggiunto - ci hanno impedito di presentare sia i successi del governo che i programmi per le regioni e la sinistra ha tutto l'interesse a non parlare dei fatti concreti perché i paragoni fra i successi delle nostre giunte e i fallimenti delle regioni rosse sarebbe stato impietoso e schiacciante".
"Quindi - ha proseguito - io, per ristabilire la verità, ho deciso di cambiare la mia decisione che era stata quella di non intervenire in campagna elettorale e di rivolgermi agli italiani. A spingermi direi che é stata proprio la sinistra, perché non avevano altro da dire se non rifugiarsi nell'antiberlusconismo di piazza e nelle aggressioni giudiziarie”.
Insistendo su questo punto il presidente del Consiglio ha chiosato: “La sinistra, da 16 anni a questa parte, ha un solo grande incubo e grande collante: questo incubo si chiama Silvio Berlusconi. Non si era mai visto in oltre 60anni di storia repubblicana cancellare l'avversario dalle elezioni. Avevo il dovere di reagire e ho spiegato come sono andate le cose e ho chiamato gli italiani a una scelta di campo: o con noi o con questa sinistra ammanettata a Di Pietro e incapace di governare".
Rispondendo ad una domanda che ipotizzava una elevata diserzione delle urne da parte degli italiani il premier risponde: “L'astensionismo se lo sogna e se lo augura la sinistra, perché se ne è sempre avvantaggiata. Ma non credo che ci sarà, perché gli italiani sono persone di buon senso, hanno gli occhi aperti e sanno cosa succederebbe se la sinistra andasse al governo".
Gli italiani, ha proseguito il presidente del Consiglio, "sanno che ci sono in ballo questioni come la salute, il lavoro, la casa. Sono sicuro che andranno a votare. E agli ultimi indecisi dico: andate a votare, utilizzate questo sacrosanto diritto democratico, perché se non lo fate ci sarà sempre qualcuno che deciderà per voi nonostante voi e quel qualcuno non sarà certo vostro amico".
Per il segretario del Pd Pierluigi Bersani "Berlusconi fa il surfista da una balla all'altra". Di "premier sconcertante" ha parlato invece l'Associazione nazionale magistrati.
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