La Russa e il contestatore: "Non gli ho torto un capello"

Politica
Un momento dell'intervento di La Russa durante la conferenza stampa del Pdl
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Il ministro della Difesa ha spiegato l'episodio avvenuto durante la conferenza di Berlusconi: "Carlomagno era venuto lì con l'intento di disturbare. Non sono intervenuto come ministro ma come militante. Volevano mandarlo via con la forza, l'ho impedito"

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Rocco Carlomagno è "un signore che si è introdotto alla conferenza in maniera illegittima esibendo una tessera della biblioteca del Senato" allo scopo di "creare problemi". Quindi io "sono intervenuto non da ministro, ma da militante, per evitare che fosse buttato fuori dalla conferenza stampa dagli addetti alla sicurezza. Ma a Carlomagno non ho torto un capello". Questa la ricostruzione di Ignazio La Russa dopo il battibecco avvenuto ieri alla conferenza stampa di Silvio Berlusconi con un contestatore. Il ministro della Difesa è intervenuto durante l'appuntamento inaugurale di "Mentana condicio", talk-show via web organizzato dal Corriere della Sera nella sede romana del quotidiano.

La Russa ha incalzato i presenti (oltre a Enrico Mentana: Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella) chiedendo loro "cosa avrebbero fatto se avessero invitato a casa sua solo giornalisti e fosse entrato uno con una tessera falsa a disturbare". Spiegazione che non ha convinto l'altro ospite, il vicesegretario del Pd Enrico Letta. "Quello che è accaduto - ha commentato questi – è stato spiacevole. Credo che un ministro della Difesa non debba fare cose del genere". Controreplica: "Io sono anche un militante: sono un militante e un ministro, sono un ministro militante. Il vostro è un modo parruccone di intendere la politica".

"Cosa avrebbe fatto - ha detto ancora La Russa replicando a Gian Antonio Stella che gli chiedeva conto del suo comportamento - se avesse invitato a casa sua solo giornalisti e fosse entrato uno con una tessera falsa a disturbare? Volevano mandarlo via con la forza, io l'ho impedito, mi sono seduto accanto a lui e l'ho rabbonito, dopo di che alla fine gli abbiamo chiesto di mostrarci il tesserino con cui era entrato e lui era molto alterato, io l'ho preso per il cappotto, ma non gli è stato torto un capello, né il cappotto".

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