Il segretario del Partito democratico: "Pd e Pdl rinuncino ai ricorsi. Quello che doveva essere il governo del fare è finito per essere il governo del fare confusione". E sul corteo di sabato: "Sarà una manifestazione di proposta, non di protesta"
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Quella presentata stamattina dal presidente del Consiglio Berlusconi "è una ricostruzione fantasiosa". Lo ha detto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, nel corso di una conferenza stampa nella sede del partito. "Sono stati loro a parlare di errori - ricorda il leader Pd - Bossi ha parlato di una Banda di incapaci, Rotondi ha detto che il Pdl ha sbagliato, Fini ha detto che sono stati commessi errori. L'arroganza e' non aver riconosciuto che si è sbagliato". E aggiunge: "Quello che doveva essere il governo del fare - ha aggiunto - è finito per essere il governo del fare confusione".
"Il presidente del Consiglio si è presentato come un agitatore politico, come un capolista, anziché come il capo del governo di tutti gli italiani", continua. "E' inutile prendersela con Tizio o Caio perché lì c'è un verbale dei Carabinieri. Lasciamo lavorare chi di dovere documenti e carte alla mano".
"A questo punto il centrodestra rinunci a proseguire nei suoi ricorsi. Noi d'accordo con il candidato Penati siamo pronti a fermare il ricorso in Lombardia. E' ora di creare un clima in cui finalmente si possa parlare delle cose che interessano ai cittadini".
Poi, risponde alle accuse rivolte dal premier al centrosinistra: "Noi non abbiamo mai voluto escludere nessuno ma non si può chiedere di essere conniventi a misure che servono a sanare solo i loro problemi e che strappano le regole di uno stato di diritto".
E attacca: "Hanno anche fatto un decreto su misura sbagliando le misure, ma in Italia c'è uno Stato di diritto". E ancora: "Avrebbero dovuto riconoscere l'errore, esercitare i vari gradi di giudizio ed eventualmente rivolgersi all'opposizione. Non è successo. Confermo: ho avuto una sola telefonata da Gianni Letta 15 minuti prima di entrare in Consiglio dei ministri, una telefonata in cui gentilmente mi
illustrava i contenuti del dl, ricevendo la mia contrarietà".
Sul corteo di sabato Bersani annuncia che sarà "una manifestazione di proposta, non di protesta" in cui è chiaro che al centro delle critiche c'è il Governo che "ha piena responsabilità delle norme varate". Quanto alle critiche rivolte all'opposizione per la scelta di andare in piazza, risponde ribaltandole: "E' una cosa curiosissima un governo che porta attacchi violenti alle istituzioni. E' una cosa strana. Forse siamo ormai assuefatti? Non è normale che l'opposizione si metta le pantofole e il governo infili gli anfibi. Noi siamo un'opposizione seria e di governo. Un'opposizione pacata, ma non in pantofole e scenderemo in piazza".
Durante la conferenza stampa Bersani ha anche detto che Antonio Di Pietro non attaccherà il presidente Napolitano alla manifestazione di sabato prossimo, perché ha sottoscritto assieme al Pd una piattaforma che attribuisce al solo governo la responsabilità del decreto salva-liste.
LA CONFERENZA STAMPA DI BERSANI: I VIDEO
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Il premier a un contestatore: sei un villano
Quella presentata stamattina dal presidente del Consiglio Berlusconi "è una ricostruzione fantasiosa". Lo ha detto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, nel corso di una conferenza stampa nella sede del partito. "Sono stati loro a parlare di errori - ricorda il leader Pd - Bossi ha parlato di una Banda di incapaci, Rotondi ha detto che il Pdl ha sbagliato, Fini ha detto che sono stati commessi errori. L'arroganza e' non aver riconosciuto che si è sbagliato". E aggiunge: "Quello che doveva essere il governo del fare - ha aggiunto - è finito per essere il governo del fare confusione".
"Il presidente del Consiglio si è presentato come un agitatore politico, come un capolista, anziché come il capo del governo di tutti gli italiani", continua. "E' inutile prendersela con Tizio o Caio perché lì c'è un verbale dei Carabinieri. Lasciamo lavorare chi di dovere documenti e carte alla mano".
"A questo punto il centrodestra rinunci a proseguire nei suoi ricorsi. Noi d'accordo con il candidato Penati siamo pronti a fermare il ricorso in Lombardia. E' ora di creare un clima in cui finalmente si possa parlare delle cose che interessano ai cittadini".
Poi, risponde alle accuse rivolte dal premier al centrosinistra: "Noi non abbiamo mai voluto escludere nessuno ma non si può chiedere di essere conniventi a misure che servono a sanare solo i loro problemi e che strappano le regole di uno stato di diritto".
E attacca: "Hanno anche fatto un decreto su misura sbagliando le misure, ma in Italia c'è uno Stato di diritto". E ancora: "Avrebbero dovuto riconoscere l'errore, esercitare i vari gradi di giudizio ed eventualmente rivolgersi all'opposizione. Non è successo. Confermo: ho avuto una sola telefonata da Gianni Letta 15 minuti prima di entrare in Consiglio dei ministri, una telefonata in cui gentilmente mi
illustrava i contenuti del dl, ricevendo la mia contrarietà".
Sul corteo di sabato Bersani annuncia che sarà "una manifestazione di proposta, non di protesta" in cui è chiaro che al centro delle critiche c'è il Governo che "ha piena responsabilità delle norme varate". Quanto alle critiche rivolte all'opposizione per la scelta di andare in piazza, risponde ribaltandole: "E' una cosa curiosissima un governo che porta attacchi violenti alle istituzioni. E' una cosa strana. Forse siamo ormai assuefatti? Non è normale che l'opposizione si metta le pantofole e il governo infili gli anfibi. Noi siamo un'opposizione seria e di governo. Un'opposizione pacata, ma non in pantofole e scenderemo in piazza".
Durante la conferenza stampa Bersani ha anche detto che Antonio Di Pietro non attaccherà il presidente Napolitano alla manifestazione di sabato prossimo, perché ha sottoscritto assieme al Pd una piattaforma che attribuisce al solo governo la responsabilità del decreto salva-liste.
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