"E' una cosa urgente ma lasciamo stare il decreto" ha detto il leader della Lega Nord intervenendo sul caos delle liste. Calderoli: "Stiamo valutando tutte le idee percorribili"
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"E' una cosa urgente ma lasciamo stare il decreto. Si troverà una soluzione politica". Così il leader della Lega Nord Umberto Bossi ha risposto in Transatlantico a chi gli chiedeva se ci sarà un decreto per risolvere il nodo delle regionali. Gli fa eco il ministro Calderoli: "Si troverà un soluzione politica. Punto. Il decreto lo dite voi".
Intanto si è concluso a Palazzo Grazioli il vertice tra il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e i rappresentanti della Lega Nord per discutere della questione. Ma, dopo l'ipotesi paventata da quotidiani in edicola oggi e dopo le preoccupazioni di Silvio Berlusconi che avrebbe dichiarato "temo la reazione della piazza", la Lega sembra comunque contraria all'ipotesi di un intervento legislativo.
"Si facciano le cose in fretta, si faccia lo sforzo perché le decisioni siano rapide e perché prevalga il buonsenso". E' la richiesta invece del candidato alla presidenza della Regione Lombardia per il Pd Filippo Penati per risolvere "quel pasticcio" dell'esclusione della lista del governatore uscente Roberto Formigoni. Ma, al tempo stesso, Penati pone un alt: "Non si cambino le regole. La politica non dimostri ancora una volta di comportarsi come una casta che quando sbaglia cambia le regole", semmai il Tar "lavori anche di sabato e domenica".
La Lombardia, aggiunge Penati, "non può restare nell'incertezza". Il candidato alle Regionali ammette che "c'è preoccupazione vera perché una parte dell'elettorato lombardo rischia di non vedere rappresentato il loro pensiero". Una preoccupazione che "non va sottovalutata" perché, aggiunge, "si sta trasformando in rabbia" in quei cittadini che "sono vittime innocenti". Un sentimento che il candidato Pd suggerisce però di rivolgere "verso i responsabili di questo pasticcio: Formigoni e il Pdl che hanno tradito la larga fiducia ricevuta in questi anni".
Sul tema sono intervenuti anche l'esponente del Pdl Maurizio Gasparri e il portavoce dell'Italia dei Valori Massimo Donadi (guarda il video con le loro dichiarazioni). Mentre il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano continua a esprimere preoccupazione per il pasticcio delle liste.
Sull'ipotesi di un disegno di legge per risolvere il "pasticciaccio" delle liste del Pdl è intervenuto anche il leader del Pd Pier Luigi Bersani. "Mi pare che tutte queste elucubrazioni abbiano poco fondamento", ha detto.
A margine dei lavori dell'Aula di Montecitorio, il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa, a proposito del caos delle liste per le regionali dichiara: "Valuteremo senza pregiudizi ogni iniziativa che il governo vorrà mettere in campo per sanare gli errori compiuti all'atto della presentazione delle liste in Lazio e Lombardia. Ricordo quando due anni fa, per un problema analogo, anzi molto meno grave, la nostra lista in Trentino Alto Adige fu esclusa dalla competizione elettorale su ricorso della Lega Nord. E' sempre più evidente che in Italia le regole valgono per i deboli e molto meno per i forti...".
Secondo Roberto Formigoni "è chiaro che si sta togliendo il diritto di voto a 15 milioni di cittadini. 10 milioni in Lombardia e 5 milioni nel lazio che rischiano, grazie a costoro, di non trovare sulla lista i loro partiti".
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"E' una cosa urgente ma lasciamo stare il decreto. Si troverà una soluzione politica". Così il leader della Lega Nord Umberto Bossi ha risposto in Transatlantico a chi gli chiedeva se ci sarà un decreto per risolvere il nodo delle regionali. Gli fa eco il ministro Calderoli: "Si troverà un soluzione politica. Punto. Il decreto lo dite voi".
Intanto si è concluso a Palazzo Grazioli il vertice tra il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e i rappresentanti della Lega Nord per discutere della questione. Ma, dopo l'ipotesi paventata da quotidiani in edicola oggi e dopo le preoccupazioni di Silvio Berlusconi che avrebbe dichiarato "temo la reazione della piazza", la Lega sembra comunque contraria all'ipotesi di un intervento legislativo.
"Si facciano le cose in fretta, si faccia lo sforzo perché le decisioni siano rapide e perché prevalga il buonsenso". E' la richiesta invece del candidato alla presidenza della Regione Lombardia per il Pd Filippo Penati per risolvere "quel pasticcio" dell'esclusione della lista del governatore uscente Roberto Formigoni. Ma, al tempo stesso, Penati pone un alt: "Non si cambino le regole. La politica non dimostri ancora una volta di comportarsi come una casta che quando sbaglia cambia le regole", semmai il Tar "lavori anche di sabato e domenica".
La Lombardia, aggiunge Penati, "non può restare nell'incertezza". Il candidato alle Regionali ammette che "c'è preoccupazione vera perché una parte dell'elettorato lombardo rischia di non vedere rappresentato il loro pensiero". Una preoccupazione che "non va sottovalutata" perché, aggiunge, "si sta trasformando in rabbia" in quei cittadini che "sono vittime innocenti". Un sentimento che il candidato Pd suggerisce però di rivolgere "verso i responsabili di questo pasticcio: Formigoni e il Pdl che hanno tradito la larga fiducia ricevuta in questi anni".
Sul tema sono intervenuti anche l'esponente del Pdl Maurizio Gasparri e il portavoce dell'Italia dei Valori Massimo Donadi (guarda il video con le loro dichiarazioni). Mentre il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano continua a esprimere preoccupazione per il pasticcio delle liste.
Sull'ipotesi di un disegno di legge per risolvere il "pasticciaccio" delle liste del Pdl è intervenuto anche il leader del Pd Pier Luigi Bersani. "Mi pare che tutte queste elucubrazioni abbiano poco fondamento", ha detto.
A margine dei lavori dell'Aula di Montecitorio, il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa, a proposito del caos delle liste per le regionali dichiara: "Valuteremo senza pregiudizi ogni iniziativa che il governo vorrà mettere in campo per sanare gli errori compiuti all'atto della presentazione delle liste in Lazio e Lombardia. Ricordo quando due anni fa, per un problema analogo, anzi molto meno grave, la nostra lista in Trentino Alto Adige fu esclusa dalla competizione elettorale su ricorso della Lega Nord. E' sempre più evidente che in Italia le regole valgono per i deboli e molto meno per i forti...".
Secondo Roberto Formigoni "è chiaro che si sta togliendo il diritto di voto a 15 milioni di cittadini. 10 milioni in Lombardia e 5 milioni nel lazio che rischiano, grazie a costoro, di non trovare sulla lista i loro partiti".
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