Secondo il pentito Forza Italia sarebbe "il frutto della trattativa tra Stato e mafia". Berlusconi indignato. Condanna da Pdl e Casini. Capezzone: scartato Spatuzza, ci riprovano con Ciancimino. Finocchiaro: non colpiamo la legislazione sui pentiti
Forza Italia sarebbe "il frutto della trattativa tra Stato e mafia". Lo ha detto ieri a Palermo il figlio dell'ex sindaco Vito Ciancimino, Massimo, al processo contro il generale dei carabinieri Mario Mori per favoreggiamento alla mafia.
Immediata la bufera dopo le dichiarazioni del pentito.
Bondi definisce la deposizione di Ciancimino jr "fango e calunnie pre-elettorali", Ghedini parla invece di una manovra per "delegittimare il governo".
E ieri a Tg24 Marcello Dell'Utri ha annunciato l'intenzione di sporgere denuncia per diffamazione.
Le parole del figlio del sindaco mafioso di Palermo hanno sollevato un vero polverone politico.
Secondo il presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo si tratta di una fesseria: "Se ne leggono di tutti i colori, mi pare onestamente che si sia esagerato parecchio. Che Forza Italia sia nata dall'accordo Stato-mafia è una fesseria di dimensioni notevolissime".
Attacca anche il portavoce del Pdl Daniele Capezzone. "Hanno tentato con Spatuzza, con la grottesca tesi del Berlusconi artefice degli attentati e delle bombe di mafia: ma la cosa è stata liquidata dall'opinione pubblica come meritava, e cioè come un'infamia. E allora - continua Capezzone - bruciato Spatuzza, ritentano con Ciancimino. Ma già la surreale giornata di ieri (tra accuse inverosimili e improvvise "stanchezze") mostra che siamo dinanzi ad una bufala. E gli italiani la archivieranno come tale. Poi, però ammonisce - non ci si sorprenda se la credibilità di alcuni magistrati".
Maurizio Gasparri, presidente del gruppo Pdl al Senato, solleva invece la questione della credibilità dei pentiti.
"Il Popolo della libertà ha varato dure norme contro la mafia e continuerà su questa strada anche con un codice unico antimafia. Resta poi il problema, sul quale è legittimo discutere, di più attente verifiche alle procedure dei processi ed alle menzogne che alcuni presunti pentiti o collaboratori di giustizia seminano nei tribunali. Le dichiarazioni di Ciancimino figlio sono farneticanti e non meriterebbero nemmeno una replica. Sono tese solo a mantenere una parte del patrimonio mafioso accumulato dalla famiglia Ciancimino. Si diceva anni fa, in omaggio all'eroe civile, 'Meglio un giorno da Borsellino che cento anni da Ciancimino'. I Ciancimino di nuove generazione confermano che quella frase era giusta. La magistratura deve fare controlli attenti per evitare che la calunnia ostacoli la vera lotta alla mafia che il centrodestra sta conducendo".
Immediata la replica di Angela Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato. "La magistratura vaglierà le dichiarazioni di Ciancimino, avrà elementi per verificarle e fare riscontri. Ho appreso che il Presidente del Consiglio ha già querelato Ciancimino per le dichiarazioni che ha fatto. Credo che la sindacabilità delle dichiarazioni di Ciancimino non sia materia che appartiene alla politica. Lasciamo fare ai magistrati che hanno la competenza, la professionalità, l'equilibrio, la saggezza e l'indipendenza per farlo".
E, facendo riferimento al ddl Valentino aggiunge: "Voglio mettere però subito in guardia da un rischio che vedo sempre incombente quello di andare, per esempio con l'approvazione delle norme previste dal disegno di legge Valentino, alla modifica della legislazione sui pentiti (che ricordo essere nata con i processi di terrorismo e che ha aiutato molto) e alla sterilizzazione dello sforzo giudiziario straordinario nei confronti della mafia che ha registrato grandi successi, come sempre ci ricordano i ministri Maroni, Alfano e il Presidente Berlusconi".
Alla polemica politica si aggiunge in ultima istanza anche la voce di Vittorio Sgarbi, sindaco di Salemi, che chiede di essere ascoltato dalla Procura di Palermo sulla questione legata alla nsciata di Forza Italia. "Si tratta - spiega Sgarbi - di episodi che ho annunciato in articoli recenti, relativi a delle conversazioni avute con il padre Vito Ciancimino su rapporti tra politica e mafia".
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E ieri a Tg24 Marcello Dell'Utri ha annunciato l'intenzione di sporgere denuncia per diffamazione.
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Secondo il presidente della Regione siciliana Raffaele Lombardo si tratta di una fesseria: "Se ne leggono di tutti i colori, mi pare onestamente che si sia esagerato parecchio. Che Forza Italia sia nata dall'accordo Stato-mafia è una fesseria di dimensioni notevolissime".
Attacca anche il portavoce del Pdl Daniele Capezzone. "Hanno tentato con Spatuzza, con la grottesca tesi del Berlusconi artefice degli attentati e delle bombe di mafia: ma la cosa è stata liquidata dall'opinione pubblica come meritava, e cioè come un'infamia. E allora - continua Capezzone - bruciato Spatuzza, ritentano con Ciancimino. Ma già la surreale giornata di ieri (tra accuse inverosimili e improvvise "stanchezze") mostra che siamo dinanzi ad una bufala. E gli italiani la archivieranno come tale. Poi, però ammonisce - non ci si sorprenda se la credibilità di alcuni magistrati".
Maurizio Gasparri, presidente del gruppo Pdl al Senato, solleva invece la questione della credibilità dei pentiti.
"Il Popolo della libertà ha varato dure norme contro la mafia e continuerà su questa strada anche con un codice unico antimafia. Resta poi il problema, sul quale è legittimo discutere, di più attente verifiche alle procedure dei processi ed alle menzogne che alcuni presunti pentiti o collaboratori di giustizia seminano nei tribunali. Le dichiarazioni di Ciancimino figlio sono farneticanti e non meriterebbero nemmeno una replica. Sono tese solo a mantenere una parte del patrimonio mafioso accumulato dalla famiglia Ciancimino. Si diceva anni fa, in omaggio all'eroe civile, 'Meglio un giorno da Borsellino che cento anni da Ciancimino'. I Ciancimino di nuove generazione confermano che quella frase era giusta. La magistratura deve fare controlli attenti per evitare che la calunnia ostacoli la vera lotta alla mafia che il centrodestra sta conducendo".
Immediata la replica di Angela Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato. "La magistratura vaglierà le dichiarazioni di Ciancimino, avrà elementi per verificarle e fare riscontri. Ho appreso che il Presidente del Consiglio ha già querelato Ciancimino per le dichiarazioni che ha fatto. Credo che la sindacabilità delle dichiarazioni di Ciancimino non sia materia che appartiene alla politica. Lasciamo fare ai magistrati che hanno la competenza, la professionalità, l'equilibrio, la saggezza e l'indipendenza per farlo".
E, facendo riferimento al ddl Valentino aggiunge: "Voglio mettere però subito in guardia da un rischio che vedo sempre incombente quello di andare, per esempio con l'approvazione delle norme previste dal disegno di legge Valentino, alla modifica della legislazione sui pentiti (che ricordo essere nata con i processi di terrorismo e che ha aiutato molto) e alla sterilizzazione dello sforzo giudiziario straordinario nei confronti della mafia che ha registrato grandi successi, come sempre ci ricordano i ministri Maroni, Alfano e il Presidente Berlusconi".
Alla polemica politica si aggiunge in ultima istanza anche la voce di Vittorio Sgarbi, sindaco di Salemi, che chiede di essere ascoltato dalla Procura di Palermo sulla questione legata alla nsciata di Forza Italia. "Si tratta - spiega Sgarbi - di episodi che ho annunciato in articoli recenti, relativi a delle conversazioni avute con il padre Vito Ciancimino su rapporti tra politica e mafia".
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