Cei: gli stranieri delinquono come gli italiani

Politica
Il segretario generale della Cei monsignor Mariano Crociata
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Risposta al premier dei vescovi italiani che chiedono inoltre una maggiore difesa dei posti di lavoro. Sulle regionali invito a votare chi difende vita e famiglia.

I vescovi italiani rispondono al premier Silvio Berlusconi. Nel corso della conferenza stampa conclusiva della conferenza episcopale permanente monsignor Mariano Crociato, segretario generale della Cei, ha ricordato che gli stranieri non commettono più reati degli italiani. Ha inoltre invitato al rispetto della "dignità di ogni persona umana, che non può essere oggetto di pregiudizio o discriminazione".

Riguardo alla situazione economica monsignor Crociato ha ricordato che bisogna fare di tutto per "conservare, assicurare e accrescere i posti di lavoro. Conosciamo - ha scandito il vescovo - il dramma delle famiglie che avevano un lavoro e ora si trovano per strada. Dobbiamo raccogliere questo grido, non possiamo rimanere insensibili". "Non posso intervenire su questioni specifiche", ha però aggiunto Crociata ribadendo: "credo che sia, molto semplicemente, auspicabile che si continui a cercare il modo di assicurare ancora il lavoro". "Là dove ci sono strutture che fino ad ora hanno dato lavoro - ha detto mons. Crociata - è auspicabile che si continui a cercare il modo affinchè il lavoro sia ancora assicurato".

"L'atteggiamento della Chiesa verso i mafiosi è l'invito al ravvedimento e alla conversione". Il segretario generale della Cei, monsignor Mariano Crociata, ha ribadito oggi la "condanna senza riserve nei confronti delle organizzazioni criminali e di chi ne fa parte", ricordando che "c'è una contraddizione insanabile tra l'appartenenza a queste organizzazioni e la comunione con la Chiesa". Sulla scia del celebre appello di Giovanni Paolo II in Sicilia, il segretario della Cei ha ripetuto quindi l'invito dei vescovi ai mafiosi a "ravvedersi e a convertirsi". Questo si traduce - ha detto mons. Crociata durante la conferenza stampa conclusiva del Consiglio episcopale permanente - "in un richiamo forte che vale per la coscienza di tutti e deve esprimersi anche attraverso il nostro comportamento pastorale". "L'invito che viene dalla Chiesa è a cambiare - ha ripetuto -, la prima parola che viene da Gesù è a cambiare vita".

Per quanto riguarda le prossime elezioni regionali, con particolare attenzione a quelle nel Lazio, monsignor Crociata ha invitato gli elettori a sostenere quelle persone che maggiormente difendono il bene comune, sintetizzato dal prelato nei seguenti valori: la difesa della vita umana "comunque si presenti", della famiglia "fondata sul matrimonio tra uomo e donna", della promozione della "solidarietà verso gli altri, in particolare i piu' deboli" e del lavoro.

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