Napolitano e Fini: ritrovare valori condivisi

Politica
Giorgio Napolitano e Gianfranco Fini
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Il presidente della Repubblica e quello della Camera, nella commemorazione per i 50 anni dalla morte di Enrico de Nicola, auspicano un rinnovato senso della nazione per superare le divisioni di parte.

L'esperienza di De Nicola costituisce un prezioso  insegnamento sulla via di una riaffermata appartenenza di tutti gli italiani alla stessa comunita' nazionale", ha detto Gianfranco Fini nel corso della cerimonia di commemorazione di Enrico de Nicola. Fini ha poi aggiunto: "L'affermazione di quella che è stata  chiamata la democrazia dell'alternanza e la fine delle  contrapposizioni ideologiche ripropongono l'esigenza di valori  unificanti e condivisi, essendo comunemente accettata l'idea che  in un sistema di democrazia bipolare ciò che unisce è altrettanto importante di ciò che divide".

Giorgio Napolitano ricorda la lezione di Enrico De Nicola, primo presidente della Repubblica e della Corte Costituzionale, a 50 anni dalla morte, e dice che c'è molto da imparare dal suo esempio nell'Italia di oggi, in particolare la necessità di "non smarrire il senso comune dell'interesse generale". De Nicola, aggiunge, fu decisivo garante delle sorti del paese nel passaggio monarchia-repubblica. Il presidente della Repubblica ha proseguito "La libera dialettica di posizioni e di ruoli tra maggioranza e opposizioni non esclude che si riproponga - in momenti di serie prove per il Paese - l'esigenza di non smarrire il senso del comune interesse nazionale". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.


Il presidente della Camera Fini ha proseguito poi indicando Enrico De Nicola "come uno dei  personaggi-simbolo della pacificazione nazionale e come un uomo  che seppe anteporre il superiore interesse dell'Italia alle pur  legittime e necessarie idealità di parte". "La sua lealtà alla monarchia - ha aggiunto Fini - non gli  impedì infatti di accogliere il voto dell'Assemblea Costituente  che lo designò Capo provvisorio dello Stato, permettendo così  al Paese di costruire senza lacerazioni destabilizzanti il suo  futuro democratico e costituzionale".

"L'esperienza di Enrico De Nicola, con la sua costante attenzione agli interessi superiori del Paese può e deve essere indicata come prezioso insegnamento sulla via di un rinnovato senso della coesione nazionale".

"Non c'è dubbio - aggiunge Fini - che senza passione è difficile affermare la partecipazione dei cittadini, che si nutre anche delle legittime idealità di parte". "Ma oggi, l'affermazione di quella che è la cosiddetta democrazia dell'alternanza in Italia e la fine delle contrapposizioni ideologiche - continua - ripropongono l'esigenza di valori unificanti e condivisi essendo comunque accettata l'idea che in un sistema bipolare ciò che unisce è altrettanto importante di cio' che divide".

Il presidente della Camera prosegue sottolineando che lo statista napoletano si è formato in un Italia liberale e giolittiana "assai distante da quella odierna". "Ma - avverte Fini - i valori e gli ideali di quell'Italia lontana devono poter essere riscoperti per vincere le nostre sfide di Nazione democratica".

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