Il governo pone il segreto di Stato "ma con limiti" sui rapporti tra Telecom Italia e l'ex numero tre del servizio segreto militare Marco Mancini. Secondo una nota di Palazzo Chigi la tutela del segreto riguarda solo alcuni atti
Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha deciso di porre il segreto di Stato sulla questione dei rapporti tra Telecom Italia e l'ex numero tre del servizio segreto militare Marco Mancini. Lo scrive oggi il "Corriere della Sera". La Procura del capoluogo lombardo chiedeva che Mancini fosse processato per la vicenda dei dossier illegali contestatagli in concorso con l'ex vertice della divisione-sicurezza di Telecom e Pirelli, Giuliano Tavaroli, e altri 34 indagati.
Poco dopo è arrivata la precisazione da Palazzo Chigi. "Con riferimento ai termini con cui la stampa odierna dà notizia della conferma da parte del Presidente del Consiglio del segreto di Stato opposto dal dottor Marco Mancini al Giudice per l'udienza preliminare del Tribunale di Milano", la presidenza del Consiglio precisa in una nota che la tutela del segreto attiene agli atti di quel processo solo "in quanto riferibili alle relazioni internazionali tra servizi di informazione e agli interna corporis degli organismi informativi". "A fondamento dell'atto confermativo - prosegue la nota - si pongono i principi enunciati dalla Corte Costituzionale, secondo i quali sono meritevoli della massima protezione proprio gli interna corporis dei servizi di informazione e i rapporti con gli organismi informativi collegati. Dell'avvenuta conferma è stata data comunicazione, così come previsto dalla vigente normativa, al Comitato parlamentare di controllo per la sicurezza della Repubblica".
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