Così l'autore di "Gomorra" descrive il capoluogo lombardo. La Lega replica in dialetto:"Ma va a ciapa' i ratt". Poco prima lo scrittore aveva elogiato l'attività del ministro dell'interno Roberto Maroni sul fronte della battaglia contro mafia e camorra
"Maroni sicuramente ha fatto molto nel casertano, quello che ha fatto il ministro non è stato fatto nei governi precedenti. Detto ciò, siamo all'inizio".
Così, l'autore di Gomorra, Roberto Saviano, a Milano per il conferimento di un diploma Honoris causa all'accademia di Brera. "Sarebbe un errore - ha proseguito lo scrittore, accompagnato come di consueto da una scorta armata - pensare che ciò che è stato fatto nel casertano rappresenti la sconfitta delle organizzazioni criminali. Bisogna continuare su questa strada".
Saviano ha poi dedicato il diploma ai "meridionali di Milano, che sono poi i veri milanesi". "Milano - ha aggiunto - è la più grande città del sud d'Italia. I meridionali nel corso degli anni hanno contribuito a far crescere la produttività". Per questo, secondo lo scrittore, "continuare ad ostinarsi a considerare come non milanesi persone come queste, arrivate a Milano per lavorare, prima che miope è ignorante". "Ma va a ciapa' i ratt" è il commento, rigorosamente in dialetto milanese, del viceministro leghista Roberto Castelli: "Poveri milanesi - ha detto - a furia di chinare il groppone per lavorare, lavorare e lavorare senza pensare ad altro, adesso devono sorbirsi le lezioni e le paternali dell'universo mondo. L'ultimo maestrino arrivato, di cui sentivamo tanto il bisogno, è l'ennesimo professionista dell'antimafia Saviano, il quale viene da una terra che per condizioni politiche e sociali, sicuramente ha molto da insegnare".
Saviano si è anche espresso sull'importanza del ruolo dei pentiti, rispondendo a una domanda sul processo che vede coinvolto a Milano il senatore Marcello Dell'Utri, chiamato in causa dalle dichiarazioni del pentito Spatuzza.
"Una cosa importante - ha detto Saviano - è ricordare che i pentiti non fanno accuse, ma sono fondamentali perchè dalle loro dichiarazioni si può arrivare alla verità". Cambiare la legge sui pentiti, come è stato proposto nei giorni scorsi da esponenti del governo, è dunque secondo lo scrittore "molto rischioso".
Saviano è intervenuto anche sulle parole del ministro della Giustizia, Angelino Alfano, che nei giorni scorsi aveva invitato i magistrati ad andare meno in tv: "Capisco la necessità del silenzio - ha detto - perché le Procure tutelino il proprio lavoro ma la luce spesso salva i processi. Appena si sono accese le luci, come nel processo Spartacus, le cose sono andate meglio".
"Quando sento frasi di esponenti politici che invitano il cardinale Tettamanzi a occuparsi di piu' dei milanesi, penso che forse non sanno chi sono veramente i milanesi". Cosi' lo scrittore Roberto Saviano ha commentato gli attacchi arrivati nei giorni scorsi dall'arcivescovo del capoluogo lombardo da parte del ministro della Lega, Roberto Calderoli.
Leggi anche:
Mafia, Maroni: a Palermo e Milano colpi straordinari
Giustizia, appello di Saviano al premier: ritiri quella norma
Conversazione con Roberto Saviano
Così, l'autore di Gomorra, Roberto Saviano, a Milano per il conferimento di un diploma Honoris causa all'accademia di Brera. "Sarebbe un errore - ha proseguito lo scrittore, accompagnato come di consueto da una scorta armata - pensare che ciò che è stato fatto nel casertano rappresenti la sconfitta delle organizzazioni criminali. Bisogna continuare su questa strada".
Saviano ha poi dedicato il diploma ai "meridionali di Milano, che sono poi i veri milanesi". "Milano - ha aggiunto - è la più grande città del sud d'Italia. I meridionali nel corso degli anni hanno contribuito a far crescere la produttività". Per questo, secondo lo scrittore, "continuare ad ostinarsi a considerare come non milanesi persone come queste, arrivate a Milano per lavorare, prima che miope è ignorante". "Ma va a ciapa' i ratt" è il commento, rigorosamente in dialetto milanese, del viceministro leghista Roberto Castelli: "Poveri milanesi - ha detto - a furia di chinare il groppone per lavorare, lavorare e lavorare senza pensare ad altro, adesso devono sorbirsi le lezioni e le paternali dell'universo mondo. L'ultimo maestrino arrivato, di cui sentivamo tanto il bisogno, è l'ennesimo professionista dell'antimafia Saviano, il quale viene da una terra che per condizioni politiche e sociali, sicuramente ha molto da insegnare".
Saviano si è anche espresso sull'importanza del ruolo dei pentiti, rispondendo a una domanda sul processo che vede coinvolto a Milano il senatore Marcello Dell'Utri, chiamato in causa dalle dichiarazioni del pentito Spatuzza.
"Una cosa importante - ha detto Saviano - è ricordare che i pentiti non fanno accuse, ma sono fondamentali perchè dalle loro dichiarazioni si può arrivare alla verità". Cambiare la legge sui pentiti, come è stato proposto nei giorni scorsi da esponenti del governo, è dunque secondo lo scrittore "molto rischioso".
Saviano è intervenuto anche sulle parole del ministro della Giustizia, Angelino Alfano, che nei giorni scorsi aveva invitato i magistrati ad andare meno in tv: "Capisco la necessità del silenzio - ha detto - perché le Procure tutelino il proprio lavoro ma la luce spesso salva i processi. Appena si sono accese le luci, come nel processo Spartacus, le cose sono andate meglio".
"Quando sento frasi di esponenti politici che invitano il cardinale Tettamanzi a occuparsi di piu' dei milanesi, penso che forse non sanno chi sono veramente i milanesi". Cosi' lo scrittore Roberto Saviano ha commentato gli attacchi arrivati nei giorni scorsi dall'arcivescovo del capoluogo lombardo da parte del ministro della Lega, Roberto Calderoli.
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