Il consiglio dei ministri delibera l'invio di altri militari. Il ritiro è previsto per il 2013. L'obiettivo è delineare una presenza gestita in toto dall'Italia
L'obiettivo è arrivare a "delineare la nostra presenza in una gestione interamente italiana" nella zona ovest del Paese, anche "nella parte più marginale di quella zona dove ora ci sono gli inglesi e gli americani". Lo afferma il ministro della Difesa Ignazio La Russa, nel corso di una conferenza stampa a palazzo Chigi al termine del Consiglio dei ministri parlando dell'incremento del contingente italiano in Afghanistan: "Sono stato confortato dal parere del Capo di Stato Maggiore della difesa, il generale Camporini -aggiunge- della possibilità di orientare la missione Isaf ad avere sempre più autonomamente il comando della zona"."Dopo incontri con la Nato ed a livello di ministri si era configurata una richiesta di aumento per i militari italiani in Afghanistan a cui abbiamo dato subito disponibilità, non nel numero ma nel merito, per un progetto che vede un approccio più globale, maggiori risorse per la ricostruzione, più obblighi per il Governo Karzai nel contrasto alla droga, più addestramento delle forze afgane in modo di poter immaginare un orizzonte temporale non indefinito per la missione Isaf". Lo ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, in una conferenza stampa a Palazzo Chigi dopo il Consiglio dei ministri, sottolineando che "c'è la possibilità di un incremento di 1.000 militari italiani dall'inizio alla fine del 2010, in sostanza nel giro di circa 14 mesi a partire da oggi".
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