Il mondo politico discute della manovra finanziaria appena approvata dal Senato. Il ddl ora passa alla Camera. Nel governo continua a farsi sentire il cosiddetto partito della spesa, mentre nell'opposizione in molti parlano di una manovra vuota.
Passa la linea Tremonti. I segnali di ripresa dell'economia ci sono, ma il debito in crescita e le entrate fiscali ancora in calo suggeriscono al Tesoro di non cedere alle molte richieste di spesa. Le modifiche principali apportate dal Senato sono un aumento dei fondi per la sicurezza di cento milioni l'anno, una proroga delle agevolazioni fiscali per l'agricoltura che per il 2010 vale circa 150 milioni e un via libera alla vendita degli immobili confiscati alla mafia, i cui profitti saranno divisi tra ministero dell'interno e della giustizia. Ci sono anche nuovi fondi per il Cnr per lo sviluppo delle regioni del sud, circa 50 milioni in tre anni. Il malumore di quanti nella maggioranza chiedevano una manovra molto più pesante si è visto quando una ventina di senatori del Pdl si è astenuta dal voto sul cosiddetto pacchetto Baldassarri, una serie di emendamenti con proposte di spesa per quasi 40 miliardi di euro che comprendevano un taglio dell'Irap, maggiori deduzioni Irpef per le famiglie e l'introduzione di un'aliquota secca al 20% per i redditi dagli affitti. Gli emendamenti, che avrebbero trasformato la sostanza della manovra, sono stati bocciati per un soffio. L'opposizione protesta soprattutto per la bocciatura di un altro emendamento che avrebbe assegnato 80 milioni per la ricerca universitaria, ripristinando uno stanziamento deciso nel 2007. Il ministro Gelmini respinge le critiche: quei soldi dice erano già stati tagliati nella precedente finanziaria e una parte delle risorse destinate ai ricercatori sarà stanziata a dicembre. Resta fuori dalla manovra, per motivi regolamentari la Banca del sud, che sarà certamente riproposta alla Camera, dove torneranno in discussione molto probabilmente anche la cedolare secca per gli affitti e gli sgravi dell'Irap per le imprese. Nell'opposizione il partito democratico sottolinea le divisioni nella maggioranza, la crescente insofferenza di molti per la linea del rigore.