Il governo accelera, presto in Senato ddl sul processo breve

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Il presidente del Senato Renato Schifani precisa che il ddl che la maggioranza intende depositare a Palazzo Madama non è ancora stato formalizzato. Pd, riforme per i cittadini non per il premier

Maggioranza al lavoro per mettere nero su bianco il ddl sul 'processo breve'. I tecnici del Pdl, i componenti dell'ufficio legislativo e, a quanto pare, anche il consulente giuridico del premier Niccolò Ghedini (che fa la spola tra palazzo Grazioli e le Camere) sono impegnati negli uffici del presidente dei senatori del Partito delle libertà Maurizio Gasparri, che dovrebbe essere primo firmatario del testo.

"Il ddl sulla giustizia inizierà oggi il suo percorso in Senato", ha annunciato ai microfoni di SKY TG24 il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti. "So che ci hanno lavorato stanotte", ha poi aggiunto. I tempi, però, sembrano slittare almeno fino a domani.

Il presidente del Senato, Renato Schifani, invece non si esprime sui tempi dell'iter parlamentare del disegno di legge sui processi brevi. Alla domanda dei giornalisti, Schifani, a margine dell'effettuazione di un test antidroga, risponde: "Il ddl? Non l'hanno ancora nemmeno presentato. Avremo tempo e occasione per parlarne".

Tutti sono alle prese con un nodo di non facile soluzione: la norma transitoria che dovrebbe consentire l'applicazione delle nuove norme ai processi in corso. Per non allargare troppo la platea dei ricorrenti alla nuova prescrizione processuale, è la linea sostenuta dal presidente della Camera Fini, va stabilito che la nuova normativa possa essere estesa soltanto agli incensurati e soltanto per i processi in primo grado.
Ma così facendo, analizza una fonte del Pdl esperta in diritto, chiunque si trovasse in appello, magari da sei anni, potrebbe sollevare la questione di costituzionalità di fronte alla Consulta per disparità di trattamento rispetto ad altri in giudizio, vanificando gli sforzi per avere la legge in tempo record.

Dal Partito democratico replicano chiedendo piuttosto più fondi per la giustizia e l'informatizzazione: "E' il modo migliore per sveltire i processi", spiega il capogruppo democratico a Palazzo Madama Anna Finocchiaro.
"Se si parla dei problemi della giustizia dal punto dei vista dei cittadini, noi siamo qui, pronti al confronto", ha assicurato Filippo Penati, "se invece il tema è quello di risolvere i problemi che il presidente del Consiglio ha con la giustizia, allora non siamo disposti a collaborare".

Anche Antonio Di Pietro denuncia il tentativo di distruggere il sistema giudiziario per il bene di un singolo. "Il nostro Paese - sottolinea invece il capogruppo della Lega al Senato, Federico Bricolo - ha il record negativo in Europa per la lunghezza dei processi, e su questo e' giusto intervenire".

Ma Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera, annuncia che sarà "una riforma globale". Intanto Pier Ferdinando Casini fa notare che la vera emergenza nazionale e' quella della crisi economica che distrugge il potere d'acquisto delle famiglie e le risorse delle piccole e medie imprese.

Al momento non parlano gli altri diretti interessati a questa proposta di riforma, i magistrati. Ma sarà per poco: il vicepresidente del Csm, Mancino, fa sapere che un pronunciamento arriverà. "Finché la norma attuale non sarà modificata, abbiamo il diritto di esprimere un parere anche se non richiesto", ricorda. Questo pomeriggio, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha ricevuto il ministro della Giustizia Angelino Alfano a Palazzo Grazioli.

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