Il presidente della Regione Lazio potrebbe abbandonare definitivamente l'incarico di governatore già nella giornata di oggi. Intanto Marrazzo lascia Roma per trasferirsi in un istituto religioso
Si rincorrono voci sulle prossime dimissioni del presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, che potrebbe abbandonare definitivamente l'incarico di governatore già nella giornata di oggi. Al momento, però, le indiscrezioni non trovano alcuna conferma ufficiale.
Ciò che è certo è che Marrazzo ha lasciato stamani la sua abitazione a Roma per recarsi in un istituto religioso nei pressi della capitale. Nella struttura religiosa l'ex presidente della Regione Lazio, travolto dallo scandalo di un video che lo ritrae con un trans e ricattato da quattro carabinieri finiti in manette, trascorrerà parte della convalescenza dopo che ieri, visitato al Policlinico Gemelli, gli è stato diagnosticato un forte stress psicofisico.
Diretto all'abbazia di Montecassino, il governatore avrebbe poi cambiato meta per evitare di essere assediato dai giornalisti.
"Piero Marrazzo - ha detto l'avvocato Luca Petrucci - ha bisogno di riflettere sulla sua vita per uscire da questa situazione e per ritrovare se stesso. La famiglia ha promesso di stargli accanto e speriamo che cioò lo aiuti".
Negli ambienti giudiziari di piazzale Clodio si smentisce, tra l'altro, l'ipotesi di un'iscrizione sul registro degli indagati dell'ex presidente della Regione Lazio: "Non c'e' stata alcuna convocazione in procura di Piero Marrazzo e non è neppure previsto che debba essere sentito. Almeno per il momento". Chi indaga sottolinea anche che "allo stato degli atti non ci sono tracce di altri esponenti politici sotto ricatto perché finiti nel giro di trans".
In procura si ribadisce che Marrazzo, in questa vicenda, rimane parte offesa: dunque, non sarà aperto nei suoi confronti un procedimento per l'ipotesi di peculato (in relazione all'uso dell'auto blu) e per quella di corruzione (con riferimento al denaro preso dai carabinieri che hanno fatto il blitz nell'appartamento del trans in via Gradoli).
Quanto al peculato, Marrazzo aveva diritto all'auto di servizio e con quella poteva andare dove voleva; quanto alla corruzione, gli inquirenti ritengono che il video sia stato girato dai due carabinieri 'infedeli' (Carlo Tagliente e Luciano Simeone) e che l'uomo politico sia stato vittima di un ricatto senza sapere di essere stato filmato.
Per Petrucci "i tremila euro lasciati sul tavolo in quell'appartamento non erano di Marrazzo ma del trans, rappresentavano il provento dell'attività di giornata di Natalie. Marrazzo, prima dell'arrivo dei carabinieri in quell'appartamento, aveva duemila euro in tasca".
Il presidente della Regione Lazio, che - dice Petrucci - resta consigliere regionale nonostante l'autosospensione dall'incarico, è in questa vicenda "parte offesa perché vittima di un ricatto ordito da corpi deviati dello Stato che si fanno i fatti altrui e vanno a taglieggiare i trans".
Intanto infuria la polemica politica tra Pdl e Pd con al centro la scelta del governatore di autosospendersi, non fondata secondo il centrodestra che chiede di andare al voto subito, mentre per il reggente della regione Esterino Montino le elezioni non vanno anticipate.
"Berlusconi non si è ancora autosospeso. Forse la settimana prossima... ", è il commento ironico di Pierluigi Bersani, appena eletto segretario del Pd.
Pronta la replica di Paolo Bonaiuti per il quale "Bersani comincia proprio male". "O meglio - prosegue il sottosegretario alla presidenza del Consiglio - "continua da dove erano partiti prima di lui Veltroni e Franceschini per arrivare al nulla".
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