Anm in stato d'agitazione. Alfano: è guerra preventiva

Politica
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Ancora tensione sulla riforma della giustizia tra il governo, determinato ad andare avanti, e l'Associazione nazionale magistrati che ha deciso per protesta lo stato di agitazione. E continua a far discutere anche il caso Mesiano

Sul capitolo giustizia l'idea di un accordo tra le parti appare al momento lontana dal realizzarsi. L'Anm ha proclamato lo stato di agitazione in risposta tanto alla riforma costituzionale annunciata da Berlusconi quanto al caso Mesiano. Un'iniziativa che al governo sembra una guerra preventiva. Ridicola appare al ministro Renato Brunetta, perchè decisa appunto senza ancora una parola scritta. E' vero che i testi ancora non ci sono, ma per l'Anm le aggressioni nei confronti dei magistrati sono un fatto. Aggressione come quella denunciata dalle toghe nei confronti di Raimondo Mesiano, il giudice che ha condannato la Fininvest a risarcire la Cir. I suoi calzini turchesi sono finiti col diventare un simbolo a tal punto che Dario Franceschini ha invitato tutti a indossarne un paio per solidarietà con Mesiano "colpevole solo di fare il giudice". Mentre al rispetto della Costituzione Sinistra e libertà ha dedicato la giornata di domenica 18 ottobre, Antonio di Pietro ha dichiarato di non voler sotterrare l'ascia di guerra perchè, "di fronte a chi sta piegando la democrazia e l'economia del Paese, fare atto di resistenza è doveroso".

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