Lodo Alfano: sul verdetto il web si spacca in due

Politica
Il ministro della Giustizia Angelino Alfano e il premier Silvio Berlusconi
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Favorevoli o contrari: sulla decisione della Corte costituzionale i blogger si dividono. Qualcuno tira in ballo anche il presidente della Repubblica ma su Facebook nasce un gruppo che lo difende. E su Youtube spopola un video de Il caimano. Guarda la clip

di Filippo Maria Battaglia

Spaccato in due come una mela.  A poche ore dalla sentenza della Consulta, che ha dichiarato illeggittimo il lodo Alfano, il web non sembra ammettere posizioni “terze” o fuori dalla mischia (guarda anche le foto dei siti stranieri).
Da una parte, c’è chi parla di un evento “meraviglioso”, accusando “i commentatori zerbino” di conformismo e di “essersi dimenticati di dire la cosa più ovvia, è cioè che ogni cittadino, compresi i ‘fantastici quattro’, è sottoposto alla legge, alla stessa legge, senza sospensioni, congelamenti e rinvii vari”.
Dall’altra, invece, stazionano i supporter del “meno male che Silvio c’è” e dei vari “forum delle libertà”, che invitano il premier ad andare avanti, promettono di essere pronti “a scendere in piazza con te per difendere la nostra democrazia” e lo incoraggiano così: "hai ingoiato tanti rospi e questo è solo un girino”.
Tira la stessa aria anche sui Facebook: al netto degli insulti e delle invettive, nei gruppi dedicati al lodo non si va tanto per il sottile. Così, tra il cavillo giuridico e la catilinaria, la scelta cade quasi sempre sulla seconda, sia che si è favorevoli alla decisione, sia che si è contrari. Su Youtube, spopola invece in queste ore un breve estratto del film "Il caimano" di Nanni Moretti, girato più di tre anni fa e che molto utenti indicano come premonitore (a proposito di cinema e premonizioni, leggi anche Dallo schermo allo scherno, quando la politica fa ciak): 

Resta, ma solo a macchia di leopardo, qualche varco in solitaria sulla rete per chi tenta di guardare con una certa criticità alla situazione italiana: è il caso di Luciano, che si augura di vivere in un “paese normale, non in un paese dove gli animi si lasciano trasportare dagli eventi e dai casi specifici, ma in un Paese dove gli animi sono sereni e che con serenità continuano per la strada intrapresa… per questo motivo una volta i presidente del consiglio ritiene Napolitano garante equo e giusto, la volta successiva trasportato dall'evento del rigetto del lodo da parte della corte costituzionale, lo ritiene iniquo e partigiano”.
E nel tritacarne della polemica finisce anche il presidente della Repubblica: dopo le dichiarazioni del premier (“sapete da che parte sta”) e la secca risposta del Quirinale (“sta dalla parte della costituzione”), qualcuno sul web si chiede se Napolitano abbia sbagliato o meno a firmare. Qualcuno, più esplicitamente, gli chiede addirittura “un mea culpa” pubblico. L’errore sarebbe quello di non opporsi ad alcuni provvedimenti del governo.
Le difese, stavolta, arrivano principalmente da Facebook: tra i gruppi dedicati al presidente della Repubblica, c’è ne è  uno intitolato “difendiamo Giorgio Napolitano”. E se qualcuno gli chiede di aiutarlo a “non soffocare in questa vita da reality”, l’ultimo messaggio pubblicato nella bacheca suona quasi perentorio: “Il nostro Presidente non ha bisogno di essere difeso! W l'Italia. W Giorgio Napolitano!”.

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