La politica si interroga sul futuro della missione italiana. Bossi: via i militari entro Natale. La Russa: no al ritiro, "uscire adesso sarebbe una debolezza". Napolitano: la missione non cambia
LE FOTO DELL'ATTENTATO- LE FOTO DELLE VITTIME - IL DOLORE DEI PARENTI
Per l'Afghanistan è arrivato il momento di mettere a punto una strategia di transizione in vista del futuro disimpegno delle truppe italiane. Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a margine della visita al sacrario dell'esercito a Roma.
"Noi avevamo già un progetto, sempre condiviso con gli alleati, di riportare a casa i soldati che avevamo mandato in occasione del periodo elettorale. E poi bisognerà mettere a punto una transition strategy per caricare di maggiore responsabilità il nuovo governo", ha detto Berlusconi.
Ieri a Kabul sei militari italiani sono rimasti uccisi da un attacco suicida. Sale così a 21 il numero dei soldati italiani rimasti uccisi dall'inizio della missione nel 2004 che coinvolge attualmente circa 3.100 uomini.
Oggi, nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi, il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha ribadito la necessità di non prendere decisioni unilaterali. "Nessuno, certo, vuole mantenere a vita i nostri militari in Afghanistan, ma sarebbe un errore, anche solo discutere, di un ipotesi di rientro ad una data certa" ha dichiarato, ma "uscire a desso sarebbe una debolezza".
"Riconferma della determinazione italiana a tenere fede all'impegno preso, come impegno della comunità internazione su mandato delle Nazioni unite, di lotta al terrorismo a fini di pacificazione e stabilizzazione di quell'area cosi' critica". E' la posizione che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha riaffermato oggi a Tokio in un colloquio che ha avuto, nel corso della sua visita ufficiale, con il primo ministro del Giappone, Yukio Hatoyama.
Per il ministro degli Esteri Franco Frattini la missione italiana in Afghanistan va "cambiata" dando priorità alla ricostruzione civile e chiedendo al governo afghano di comunicare con chiarezza la sua strategia per il futuro.
Unico membro della maggioranza a sollecitare il ritiro delle truppe dal paese asiatico entro Natale il leader della Lega Nord Umberto Bossi al quale già ieri sera Berlusconi aveva risposto che non si tratta di decisioni che l'Italia può prendere "univocamente".
"Siamo tutti convinti che è meglio per tutti uscire presto dall'Afghanistan, siamo ansiosi di portare a casa i nostri ragazzi", aveva detto Berlusconi arrivando al Consiglio straordinario Ue. Un sondaggio Ispo della scorsa settimana ha rilevato che il 58% degli italiani è per il ritiro da Kabul.
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"Noi avevamo già un progetto, sempre condiviso con gli alleati, di riportare a casa i soldati che avevamo mandato in occasione del periodo elettorale. E poi bisognerà mettere a punto una transition strategy per caricare di maggiore responsabilità il nuovo governo", ha detto Berlusconi.
Ieri a Kabul sei militari italiani sono rimasti uccisi da un attacco suicida. Sale così a 21 il numero dei soldati italiani rimasti uccisi dall'inizio della missione nel 2004 che coinvolge attualmente circa 3.100 uomini.
Oggi, nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi, il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha ribadito la necessità di non prendere decisioni unilaterali. "Nessuno, certo, vuole mantenere a vita i nostri militari in Afghanistan, ma sarebbe un errore, anche solo discutere, di un ipotesi di rientro ad una data certa" ha dichiarato, ma "uscire a desso sarebbe una debolezza".
"Riconferma della determinazione italiana a tenere fede all'impegno preso, come impegno della comunità internazione su mandato delle Nazioni unite, di lotta al terrorismo a fini di pacificazione e stabilizzazione di quell'area cosi' critica". E' la posizione che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha riaffermato oggi a Tokio in un colloquio che ha avuto, nel corso della sua visita ufficiale, con il primo ministro del Giappone, Yukio Hatoyama.
Per il ministro degli Esteri Franco Frattini la missione italiana in Afghanistan va "cambiata" dando priorità alla ricostruzione civile e chiedendo al governo afghano di comunicare con chiarezza la sua strategia per il futuro.
Unico membro della maggioranza a sollecitare il ritiro delle truppe dal paese asiatico entro Natale il leader della Lega Nord Umberto Bossi al quale già ieri sera Berlusconi aveva risposto che non si tratta di decisioni che l'Italia può prendere "univocamente".
"Siamo tutti convinti che è meglio per tutti uscire presto dall'Afghanistan, siamo ansiosi di portare a casa i nostri ragazzi", aveva detto Berlusconi arrivando al Consiglio straordinario Ue. Un sondaggio Ispo della scorsa settimana ha rilevato che il 58% degli italiani è per il ritiro da Kabul.
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