Il ministro della Giustizia a Gubbio: "Se vi saranno elementi per riaprire processi sulle stragi, i magistrati lo faranno con zelo e coscienza e siamo convinti che nessuno abbia intenzione di inseguire disegni politici, ma solo disegno di verità"
"Se vi saranno elementi per riaprire i processi sulle stragi i magistrati lo faranno con zelo e coscienza e siamo convinti che nessuno abbia intenzione di inseguire disegni politici, ma solo un disegno di verità". Lo afferma il ministro della Giustizia Angelino Alfano, a margine della Scuola di formazione di Gubbio, parlando dell'ipotesi di riaprire i processi sulle stragi mafiose degli anni Novanta.
Alfano rimarca però come ci sia "una componente della mafia che ha motivi di rancore contro Berlusconi che l'ha combattuta con i fatti e non con le parole". A chi gli chiede un commento sull'affondo del presidente della Camera Gianfranco Fini, Alfano replica: "Fini ha ribadito che c'è un accanimento giudiziario nei confronti del presidente Berlusconi. Se c'è un uomo di governo che più di ogni altro può vantare risultati straordinari nella lotta alla mafia - ribadisce il ministro- è Silvio Berlusconi. Non parole straordinarie, ma fatti straordinari".
Alfano ricorda i risultati ottenuti nella lotta alla criminalità organizzata e rivendica come questa sia una priorità del governo tanto è vero che la legge le intercettazioni non sono ancora legge e nemmeno il processo penale, mentre invece è legge il pacchetto di contrasto alla criminalità organizzata.
In particolare il Guardasigilli sottolinea il valore della confisca dei beni dei mafiosi e del carcere duro, misure dalle quali genera il "rancore" nei confronti del premier.
Alla domanda se le inchieste possano minare la credibilità del governo, Alfano risponde: "Non abbiamo queste preoccupazioni, riteniamo che il governo si sia qualificato per l'esatto contrario, per il contrasto alla criminalità organizzata, un contrasto con esiti straordinari".
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Alfano rimarca però come ci sia "una componente della mafia che ha motivi di rancore contro Berlusconi che l'ha combattuta con i fatti e non con le parole". A chi gli chiede un commento sull'affondo del presidente della Camera Gianfranco Fini, Alfano replica: "Fini ha ribadito che c'è un accanimento giudiziario nei confronti del presidente Berlusconi. Se c'è un uomo di governo che più di ogni altro può vantare risultati straordinari nella lotta alla mafia - ribadisce il ministro- è Silvio Berlusconi. Non parole straordinarie, ma fatti straordinari".
Alfano ricorda i risultati ottenuti nella lotta alla criminalità organizzata e rivendica come questa sia una priorità del governo tanto è vero che la legge le intercettazioni non sono ancora legge e nemmeno il processo penale, mentre invece è legge il pacchetto di contrasto alla criminalità organizzata.
In particolare il Guardasigilli sottolinea il valore della confisca dei beni dei mafiosi e del carcere duro, misure dalle quali genera il "rancore" nei confronti del premier.
Alla domanda se le inchieste possano minare la credibilità del governo, Alfano risponde: "Non abbiamo queste preoccupazioni, riteniamo che il governo si sia qualificato per l'esatto contrario, per il contrasto alla criminalità organizzata, un contrasto con esiti straordinari".
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