Calo record all'Aquila, dove si è votato solo per le Europee. Alle urne il 27,9%, contro il 73,1 del 2004. "Non ci penso all'Europa, in questo momento. Penso a quando e a come potrò ricostruire" dice un aquilano
Non sono servite le navette dell'Arpa che facevano la spola tra L'Aquila e le località della costa, e neppure gli autobus militari: gli sfollati hanno disertato quasi in massa le urne.
E' stato un calo record di votanti quello cui si è assistito nel Comune dell'Aquila, dove quasi tre cittadini su quattro non si sono recati alle urne: solo il 27,9 degli elettori ha infatti votato, mentre la percentuale era stata del 73,1 nel 2004.
Ai cittadini dell'Aquila - dove si è votato solo per le Europee, poichè le amministrative dopo il terremoto sono state annullate - queste elezioni sono sembrate "distanti. Non ci penso all'Europa, in questo momento. Penso a quando e a come potrò ricostruire", dice uno di quelli che non è andato a votare.
Gli aventi diritto al voto erano 60.662, di cui 29.197 uomini e 31.465 donne. I seggi erano 81, allestiti anche nelle tendopoli, dove la gente - a due mesi dal terremoto - è stanca, sfiduciata.
E alle 21 e 21 minuti è tornata anche la paura: una scossa di magnitudo 3.6 è servita a ricordare a tutti, se mai ce ne fosse stato bisogno, che la terra non ha ancora deciso di smettere di tremare. In questa situazione, la voglia di andare da una tenda ad un'altra per infilare una scheda in un'urna sono stati pochi ad averla. Gia' alla fine del primo giorno di voto era chiaro come sarebbero andate le cose: nel quartiere 'Torrione' in due dei seggi piu' popolosi dell'Aquila - sistemati in due tende - su circa 1.600 aventi diritto aveva votato si e no un centinaio di persone.
Alla base dell'astensionismo, concordano in molti, lo shock ancora forte per il terremoto e sentimenti di sfiducia negli interventi post terremoto. Una forma di protesta civile e silenziosa, ma non per questo meno significativa. A Piazza d'Armi, la principale tendopoli dell'Aquila con i suoi 1.800 sfollati, diverse persone hanno confermato di non aver voluto votare per protesta "e chi c'è andato - dice una di loro, che non ha voluto essere citata - ha scritto sulla scheda una parolaccia".
E' stato un calo record di votanti quello cui si è assistito nel Comune dell'Aquila, dove quasi tre cittadini su quattro non si sono recati alle urne: solo il 27,9 degli elettori ha infatti votato, mentre la percentuale era stata del 73,1 nel 2004.
Ai cittadini dell'Aquila - dove si è votato solo per le Europee, poichè le amministrative dopo il terremoto sono state annullate - queste elezioni sono sembrate "distanti. Non ci penso all'Europa, in questo momento. Penso a quando e a come potrò ricostruire", dice uno di quelli che non è andato a votare.
Gli aventi diritto al voto erano 60.662, di cui 29.197 uomini e 31.465 donne. I seggi erano 81, allestiti anche nelle tendopoli, dove la gente - a due mesi dal terremoto - è stanca, sfiduciata.
E alle 21 e 21 minuti è tornata anche la paura: una scossa di magnitudo 3.6 è servita a ricordare a tutti, se mai ce ne fosse stato bisogno, che la terra non ha ancora deciso di smettere di tremare. In questa situazione, la voglia di andare da una tenda ad un'altra per infilare una scheda in un'urna sono stati pochi ad averla. Gia' alla fine del primo giorno di voto era chiaro come sarebbero andate le cose: nel quartiere 'Torrione' in due dei seggi piu' popolosi dell'Aquila - sistemati in due tende - su circa 1.600 aventi diritto aveva votato si e no un centinaio di persone.
Alla base dell'astensionismo, concordano in molti, lo shock ancora forte per il terremoto e sentimenti di sfiducia negli interventi post terremoto. Una forma di protesta civile e silenziosa, ma non per questo meno significativa. A Piazza d'Armi, la principale tendopoli dell'Aquila con i suoi 1.800 sfollati, diverse persone hanno confermato di non aver voluto votare per protesta "e chi c'è andato - dice una di loro, che non ha voluto essere citata - ha scritto sulla scheda una parolaccia".