Veronica Lario contro Silvio Berlusconi: tutti i precedenti

Politica
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Nel 2003 l'elogio del movimento pacifista, nel 2005 la presa di posizione per il referendum sulla procreazione assistita, Poi la lettera a 'Repubblica' nel 2007. Ora il divorzio

15 marzo 2003: Veronica Lario si lascia intervistare da Maria Latella su Micromega ed elogia il movimento pacifista contro l'attacco Usa all'Iraq di Saddam, sostenuto invece dal governo di suo marito: "La gente scende in strada - afferma la first lady - convinta che le ragioni del conflitto siano prettamente di ordine economico e sospetta che la principale motivazione per cui gli Usa sono determinati ad intervenire contro l' Iraq, sia soprattutto il controllo delle riserve petrolifere irachene: si sente dire la “fanno per il petrolio”.

8 aprile 2005: in un'intervista al Corriere della Sera a pochi giorni dal referendum sulla fecondazione assistita, Veronica Lario si esprime a favore di tutti i quattro quesiti del referendum dicendo di temere, in caso di divieto delle tecniche di fecondazione assistita in Italia, il ricorso ai viaggi in Paesi esteri, che "meno scrupolosi, potrebbero consentire qualsiasi cosa". La Lario aggiunge anche che "non andare a votare significa non voler affrontare il problema. Essere chiamati al voto, invece, impone di informarsi, magari in linea con le proprie convinzioni religiose, filosofiche o politiche. L'importante è non fingere che il problema non esista".

31 gennaio 2007: La first lady invia al quotidiano la Repubblica una lettera nella quale richiede al marito pubbliche scuse per le frasi galanti rivolte da quest'ultimo ad alcune signore presenti alla cerimonia dei Telegatti di qualche giorno prima. "Scrivo per esprimere la mia reazione alle affermazioni svolte da mio marito nel corso della cena di gala che ha seguito la consegna dei Telegatti, dove, rivolgendosi ad alcune delle signore presenti, si è lasciato andare a considerazioni per me inaccettabili: “se non fossi già sposato la sposerei subitò” oppure “con te andrei ovunque”". "Sono affermazioni che interpreto come lesive della mia dignità - prosegue la lettera di Veronica - affermazioni che per l'età, il ruolo politico e sociale, il contesto familiare della persona da cui provengono, non possono essere ridotte a scherzose esternazioni. A mio marito ed all'uomo pubblico chiedo quindi pubbliche scuse, non avendone ricevute privatamente". Le scuse del premier alla moglie arrivano il giorno dopo con una lettera che Berlusconi invia alle agenzie: "Cara Veronica eccoti le mie scuse". E aggiunge: "La tua dignità non c'entra, la custodisco come un bene prezioso nel mio cuore anche quando dalla mia bocca esce la battuta spensierata".

28 aprile 2009: le veline in lista non piacciono a Veronica Lario e la moglie del presidente del Consiglio lo ha voluto dire pubblicamente, rompendo il riserbo che solitamente la circonda, definendo quello che è emerso dai giornali «ciarpame senza pudore, tutto in nome del potere». Una situazione in cui «io e miei figli siamo vittime», denuncia Veronica che, di fronte alla notizia secondo cui Berlusconi avrebbe preso parte alla festa di compleanno d'una ragazza di 18 anni a Napoli, confessa: «Che cosa ne penso? La cosa ha sorpreso molto anche me, anche perchè non è mai venuto a nessun diciottesimo dei suoi figli pur essendo stato invitato".

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