Mafia, resti umani trovati in una diga nel Palermitano sono del nipote del boss Mulè

Sicilia

Al vaglio degli inquirenti l'ipotesi che si tratti di un caso di 'lupara bianca', probabilmente riconducibile ai trascorsi criminali di Mulè e ai rapporti che legavano quest'ultimo a esponenti della malavita organizzata

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Sono di Salvatore Mulè, scomparso da Camporeale il primo febbraio 2006, i resti ossei ritrovati nella diga Garcia, nel Palermitano, nel dicembre del 2020.

Le indagini

I carabinieri del Nucleo Investigativo di Monreale sono riusciti a risalire all'identità della persona in seguito agli accertamenti tecnici del Ris di Messina. Al vaglio degli inquirenti l'ipotesi che si tratti di un caso di 'lupara bianca', probabilmente riconducibile ai trascorsi criminali di Mulè e ai rapporti che legavano quest'ultimo a esponenti della malavita organizzata. Allevatore di animali e pluripregiudicato, era il nipote di Rosario Mulè, detto "manuzza", boss del clan mafioso di Camporeale, deceduto nel 2014.

Bar e pasticcerie nel cuore del centro storico di Roma gestite da clan mafiosi palermitani. E' quanto accertato dai carabinieri del Ros nell'operazione, coordinata dalla Dda di Roma, che ha portato all'emissione di una ordinanza cautelare nei confronti di 11 persone, 15 gennaio 2021. In particolare i gruppi mafiosi hanno, negli anni, riciclato nella ristorazione ingenti somme di denaro per aprire locali nella zona di Testaccio e Trastevere. Le accuse sono di trasferimento fraudolento di valori, bancarotta fraudolenta, autoriciclaggio, reati commessi per agevolare l'associazione mafiosa "Cosa Nostra". ANSA/ ROS CARABINIERI +++ ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING +++

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