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Palermo, inchiesta su assenteismo in azienda raccolta rifiuti: 101 indagati

Sicilia

Sono accusati a vario titolo di truffa aggravata, false attestazioni o certificazioni e appropriazione indebita. Gli episodi di assenteismo accertati sono stati 1.385

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Centouno dipendenti della Rap di Palermo risultano indagati in un'inchiesta sull'assenteismo nell'azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti. Le indagini sono state portate avanti dalla procura di Palermo, guidata da Maurizio De Lucia. A 18 dipendenti i carabinieri del comando provinciale di Palermo hanno notificato l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Secondo quanto ricostruito, i "furbetti del cartellino" timbravano il badge e poco dopo uscivano senza alcun controllo. Gli indagati sono accusati a vario titolo di truffa aggravata, false attestazioni o certificazioni e appropriazione indebita. Gli episodi di assenteismo accertati sono stati 1.385.

Inchiesta nata dalla denuncia di una funzionaria

L'indagine, andata avanti da maggio a luglio 2021, è stata svolta dal nucleo operativo della compagnia di Palermo Piazza Verdi e nasce da accertamenti disposti dopo la denuncia di una funzionaria che aveva presentato un esposto lamentando furti di carburante dai mezzi della società nell'autoparco di via Ingham, nel quartiere Brancaccio. Gli indagati sono stati pedinati e controllati per giorni. Gli inquirenti hanno stimato per la società un danno economico di quasi 40.000 euro per un ammontare di 2.800 ore di assenza.

Gli episodi contestati

Tra gli episodi contestati ci sono falsi certificati medici, dipendenti che tornavano a casa o andavano a fare la spesa durante l'orario di lavoro e operai che abbandonavano per strada il mezzo della ditta e si facevano timbrare il cartellino in uscita dai colleghi. Altri si allontanavano dal lavoro e restavano in auto senza far nulla. Nel corso dei pedinamenti qualcuno è stato visto, in orario di servizio, entrare in un condominio con una ragazza o apparecchiare i tavoli della trattoria del fratello. Altri si allontanavano dal lavoro dopo aver timbrato anche per altri colleghi per poi sedersi al tavolo di un bar. Tra i dipendenti c'era chi timbrava con un badge "jolly" che si trovava in portineria per agevolare numerosi colleghi per poi trascorrere alcune ore nel centro scommesse che si trova in via Pecori Giraldi. Non mancavano quelli che durante il turno di servizio andavano a fare la spesa nei supermercati della zona di Brancaccio per poi depositare i sacchetti in auto e rientrare in tempo per timbrare. Alcuni trascorrevano ore fuori il deposito, nella propria auto e, soprattutto di notte, capitava che i dipendenti si facessero compagnia in macchina per poi tornare a timbrare.

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I furti di carburante

Secondo le accuse, due dipendenti finiti nell'inchiesta arrivavano nell'autoparco della Rap prima dell'inizio del lavoro. Entrambi impiegati nell'area logistica officina con mansioni di capo turno, entravano senza timbrare: come avrebbero accertato le telecamere, prendevano alcuni mezzi aziendali, li portavano in officina, chiudevano le porte e riempivano di gasolio i bidoni che abitualmente tenevano in un armadio dell'officina dentro dei sacchetti. "Ho accertato che quando i mezzi andavano in officina, alla loro rimessa in efficienza il serbatoio presentava un notevole ammanco di carburante", aveva detto il dirigente in sede di denuncia.

Presidente Rap: "Parte civile in eventuale processo"

 "E' una vecchia indagine, ovviamente attendiamo l'esito e dove risultassero gravi inadempienze ci costituiremo parte civile", ha commentato il presidente della Rap Giuseppe Todaro. "Ringrazio la procura e i carabinieri per il forte impulso dato alle indagini, scaturite dalla denuncia di un nostro dirigente. Al contempo mi rammarico che vengano coinvolti, anche in flagranza di reato, dipendenti accusati di atti criminali contro la propria azienda". Per Todaro "oltre a danneggiare l'immagine della Rap", vengono colpiti anche tutti "quei lavoratori che ogni giorno svolgono con dedizione il loro dovere.
Questa inchiesta è un'ulteriore tegola che si abbatte sulla Rap". Il presidente sottolinea che tutto questo "accade mentre ci battiamo e sacrifichiamo tempo e risorse per tenere in piedi l'azienda, per scongiurare l'ennesima emergenza, per risanare i conti ed evitare anche il fallimento. Ogni giorno - ha aggiunto - contrastiamo migliaia di palermitani che abbandonano rifiuti ovunque, mezza città che pretende un servizio adeguato ma poi dimentica di pagare la Tari". Todaro ha poi sottlineato che "adesso ci tocca aprire un ulteriore fronte all'interno, con decine di dipendenti che, a quanto pare, non hanno ancora capito quanto seriamente a rischio sia il futuro dell'azienda. Se confermate le ipotesi accusatorie, prenderemo provvedimenti durissimi, ove ci siano i presupposti anche per il licenziamento. Oltre, ovviamente, a costituirci parte civile nell'eventuale processo". Per Todaro tutti i dipendenti "devono sapere che la catena dei controlli è serrata e l'attenzione è massima perché la città vuole risposte di serietà e affidabilità e non ci saranno sconti per nessuno".

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