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Terremoto nella sanità siciliana, quattro arresti a Catania

Sicilia
©Ansa

Ai domiciliari tre medici ed un ex funzionario, le accuse sono di turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio o del servizio. Le persone indagate in totale sono diciassette, tra cui due assessori

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Un vero e proprio terremoto colpisce la sanità siciliana, con quattro persone finite agli arresti domiciliari, tra cui tre medici. Si tratta di Nunzio Ezio Campagna, vicepresidente dell'ordine dei medici, Gesualdo Antonio Missale, funzionario amministrativo dell'ordine, Giuseppe Arcidiacono, cardiologo, e l'odontoiatra, già candidato sindaco a Catania, Sebastiano Felice Agatino Ferlito. Su di loro pende l'accusa di turbata libertà degli incanti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente e corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio o del servizio.

L'operazione

Da settembre 2020 al settembre 2021 la procura distrettuale etnea ha condotto le indagini e, grazie a testimoni e all'analisi di documenti, ha rinvenuto diversi casi di turbative nelle procedure di attribuzione degli incarichi nell'ambito dei progetti Obiettivo di Piano Sanitario Nazionale, finanziati e approvati dall'Assessorato alla Salute della Regione Sicilia. Un ruolo centrale lo avrebbero avuto il medico odontoiatra Ferlito, oltre a Missale., all'epoca dei fatti funzionario amministrativo dell'Università di Catania. I due avrebbero infatti predisposto due bandi in modo da rendere pressoché certa la nomina dei soggetti predestinati, oltre che, contestualmente, a garantire vantaggi per sè o favori a soggetti loro vicini.

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Gli indagati

Sono in tutto 17 gli indagati nell'inchiesta sui progetti pilotati nella sanità che ha portato agli arresti domiciliari tre medici e un funzionario amministrativo. Oltre a otto indagati, tra cui gli assessori Scavone e Razza, vi sono infatti altre cinque persone per le quali la procura di Catania ha rilevato atti illegali ma, non evidenziando responsabilità rilevanti, non ha chiesto misure cautelari.  

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