Strage di Capaci, intreccio mafia ed estrema destra

Sicilia
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La Procura nissena smentisce che sia mai stato menzionato il nome di Delle Chiaie e vuole accertare la genuinità delle fonti

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La pista nera e quella mafiosa potrebbero incrociarsi. Al bivio la strage di Capaci del 23 maggio 1992. Protagonista fra i boss il fondatore dell'organizzazione di estrema destra e golpista avanguardia nazionale, Stefano Delle Chiaie, scomparso nel 2019, che avrebbe fatto un sopralluogo dove poi venne messo il tritolo per l'attentato.

La vicenda

La Procura di Caltanissetta smentisce quanto emerso da una puntata della trasmissione Rai, Report, e ha ordinato alla Dia di perquisire redazione e giornalisti. Investigatori che hanno cercato tracce nei telefonini e nei computer dei cronisti. Che a loro volta hanno tirato fuori verbali scomparso, contenuti di informative di polizia, dichiarazioni di pentiti e testimoni. Uno è Lo Cicero, ex guardaspalle del pentito palermitano Tullio Troia, soprannominato "O Mussolini" per le sue tendenze politiche. L'altra è la compagna di Lo Cicero, Maria Romeo, che colloca Delle Chiaie a Capaci nel giorno dell'attentato a falcone. L'ex terrorista nero - coinvolto in alcuni processi sulla strategia della tensione e assolto per insufficienza di prove dalle accuse sulle stragi di piazza Fontana, a Milano, e Bologna - sarebbe stato l'aggancio fra stato e mafia. Paolo Borsellino aveva capito e aveva cominciato a scavare sui collegamenti tra la mafia di Totò Riina ed entità esterne a Cosa Nostra come le frange eversive della destra italiana.

Smentita della Procura di Caltanissetta

La Procura nissena smentisce che sia mai stato menzionato il nome di Delle Chiaie e vuole accertare la genuinità delle fonti. Ma intanto le reazioni si fanno sentire: il presidente della commissione antimafia Morra parla di censura. L'associazione stampa romana denuncia che il blitz della Dia viola il segreto professionale.

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