"In questi giorni ho avuto modo di parlare con loro. Mi hanno descritto le terribili condizioni della prigionia", aggiunge il primo cittadino Salvatore Quinci
"Felici di essere a casa in questo Natale, ma molto provati da un'esperienza durissima": così il sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci, descrive la condizione dei 18 pescatori rimasti prigionieri in Libia per 108 giorni e tornati domenica scorsa in Sicilia. (LA VICENDA - I PESCHERECCI IN VIAGGIO SCORTATI DA NAVE MARINA - LE FOTO)
"Privazioni fisiche e vessazioni psicologiche"
"In questi giorni - aggiunge il sindaco - ho avuto modo di parlare con loro. Mi hanno descritto le terribili condizioni della prigionia. Non hanno mai rischiato la vita, ma hanno subito privazioni fisiche e vessazioni psicologiche severe, tanto che da loro e dalle famiglie è arrivata la richiesta di provvedere a un sostegno psicologico che abbiamo attivato attraverso i servizi sociali del Comune. E se sarà necessario, interverrà anche l'Asp". "La cosa che li ha più traumatizzati è stata la gratuità delle vessazioni: un conto è non avere l'acqua perché non è disponibile - mi limito a fare un esempio -, un altro è vedersela negare senza una precisa ragione. In Libia, evidentemente, si usa fare così. E quando penso che i pescatori, in fondo, erano prigionieri di serie A, mi chiedo cosa accade con gli altri detenuti", conclude Quinci.