In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Castelvetrano, vietati i funerali pubblici per il cognato del boss Matteo Messina Denaro

Sicilia
Foto di archivio (agenzia Fotogramma)

Era in carcere a Terni dall'aprile 2018, da quando era stato arrestato nell'ambito di una operazione antimafia con altre persone, tra le quali un cognato, Gaspare Como, marito di Bice Messina Denaro, altra sorella del capo mafia

Condividi:

I funerali pubblici di Rosario Allegra, detto Saro e cognato del boss latitante di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro (CHI È), sono stati vietato. Il questore di Trapani Claudio Sanfilippo ha firmato il decreto di inibizione dei funerali dell'uomo, morto a 65 anni lo scorso 13 giugno all'ospedale di Terni dove era stato ricoverato in seguito a un aneurisma cerebrale. Era in carcere nella città umbra dall'aprile 2018, da quando era stato arrestato nell'ambito di una operazione antimafia con altre persone, tra le quali un cognato, Gaspare Como, marito di Bice Messina Denaro, altra sorella del boss latitante.

Era stato condannato per associazione per delinquere

Sposato con Giovanna Messina Denaro, Allegra è stato più volte condannato per vari reati fra cui quello di associazione per delinquere finalizzata alla commissione, in concorso, oltre che per una serie di estorsioni e di danneggiamenti. Secondo gli inquirenti sarebbe stato "organico e partecipe a pieno titolo alle attività dell'associazione mafiosa Cosa nostra operante nel territorio di Castelvetrano". Per la salma è previsto il rientro in città per la tumulazione.

Chi è Matteo Messina Denaro

Matteo Messina Denaro è ritenuto responsabile di un numero imprecisato di esecuzioni e tra gli organizzatori del sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo - rapito per costringere il padre Santino a ritrattare le rivelazioni sulla strage di Capaci e poi strangolato e sciolto nell'acido dopo 779 giorni di prigionia. È nato nel 1962 a Castelvetrano, in provincia di Trapani. Il papà Francesco, don Ciccio, era il capo mandamento della zona. Da lui Messina Denaro ha imparato anche i segreti della latitanza: dopo anni di ricerche, l’uomo fu trovato solo nel 1998 - morto stroncato da un infarto - nelle campagne vicino al paese. Da allora ha comandato Matteo. Prima nella provincia di Trapani, poi in Sicilia. Fedelissimo di Totò Riina, dopo l'arresto del boss si è messo agli ordini di Provenzano, padrino con cui scambiava pizzini pieni di rispetto e di affetto, ma che in realtà seguiva solo in parte. Perché Messina Denaro preferiva l’azione. Poi, quando i boss sopra di lui sono caduti a uno a uno ha iniziato a contare sempre di più. Ed è diventato tra gli uomini più ricercati al mondo. La sua latitanza è iniziata nell’estate del 1993. L’ultima volta è stato visto in vacanza a Forte dei Marmi insieme con i fratelli Filippo e Giuseppe Graviano. Poi nei suoi confronti è stato emesso un mandato di cattura per associazione mafiosa, omicidio, strage, devastazione, detenzione e porto di materiale esplosivo, furto e altri reati minori. E da allora Messina Denaro è irreperibile.