Camorra, estorsioni a pizzerie: 22 misure cautelari a Napoli

Campania
Foto di Archivio (Agenzia Fotogramma)

I reati sono stati commessi per agevolare il clan Sibillo. Era, infatti, il boss Pasquale Sibillo a dare gli ordini dal carcere ai suoi sodali

A Napoli i carabinieri hanno eseguito 22 misure cautelari per vari reati tra cui estorsioni a pizzerie e ad altri esercizi commerciali del centro e per traffico di sostanze stupefacenti. Da quanto si apprende, i reati sono stati commessi per agevolare il clan Sibillo. Era, infatti, il boss Pasquale Sibillo a dare gli ordini dal carcere ai suoi sodali per mettere in atto il giro di estorsioni. Impartiva le sue direttive con messaggi scritti tramite i parenti che si recavano ai colloqui in carcere.

Gli indagati

I 22 indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di essere partecipi del clan Sibillo, di aver più volte estorto denaro ai titolari di pizzerie e negozi di generi alimentari delle zone di San Gaetano e dei Decumani, di partecipazione ad associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti in quelle zone infine di detenzione e porto abusivo di armi.

L'attività investigativa

Secondo le indagini, i reati sono stati commessi per agevolare le attività del clan Sibillo, articolazione satellite del sodalizio camorristico facente capo a Edoardo Contini e agli altri gruppi federati nella "Alleanza di Secondigliano", particolarmente attivo nelle zone dei Decumani e dei Tribunali, nonostante gli arresti nel tempo dei suoi capi storici. L'attività d'indagine si è avvalsa di sofisticati strumenti di captazione ambientale e telefonica nonché della collaborazione delle vittime di numerosi episodi estorsivi commessi ai loro danni dagli uomini del clan Sibillo.

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