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Auto fuori produzione, a quali modelli diremo addio nel 2026

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©Getty

Introduzione

Il 2026 si annuncia come un anno ricco di addii per gli amanti delle quattro ruote. Sono infatti diversi i modelli che - tra conferme ufficiali e indiscrezioni che circolano con insistenza - potrebbero vedere la fine della loro produzione. A salutare saranno alcuni nomi storici del panorama automobilistico, e non sempre è chiaro se ci sarà un diretto successore. Grandi novità insomma, in uno scenario che vede un mercato sempre più spinto dai modelli elettrici e ibridi.

Quello che devi sapere

Perché le case dismettono alcuni modelli

Ci sono diverse ragioni per le quali una casa automobilistica può decidere di interrompere la produzione di un determinato modello. In primo luogo ci sono le vendite, che quando calano possono spingere i produttori in un’altra direzione, ma a giocare un ruolo importante è anche la visione a medio e lungo termine delle case stesse: se un modello non rispecchia più la direzione che l’azienda desidera seguire, è possibile che venga ‘accompagnato alla porta’ per lasciare spazio e liberare risorse in favore di automobili di nuova generazione.

 

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Addio alla Fiat Tipo

Tra i modelli che potrebbero far registrare lo stop alla produzione nel 2026 c’è la Fiat Tipo. La data di cessazione dovrebbe essere quella del 30 giugno, quando le porte dello stabilimento turco di Bursa dovrebbero definitivamente chiudersi per una delle automobili simbolo del marchio. In base alle indiscrezioni circolate, non dovrebbe arrivare un’erede diretta della Tipo ma è probabile che il segmento di mercato finora occupato da questo modello venga presto ‘riempito’ con un nuovo prodotto.

Fiat Tipo
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Saluta anche la Jeep Renegade

Restando in casa Stellantis, un altro modello che potrebbe salutare nel corso del 2026 è la Jeep Renegade. Il modello, che come ricorda Quattroruote è stato presentato al mondo al Salone di Ginevra del 2014, ha già visto nelle scorse settimane lo stop alla produzione nello stabilimento di Melfi, in Basilicata. Alcuni esemplari dovrebbero ancora uscire dagli impianti in Brasile, ma la fine della storia della Renegade è attesa nel corso del 2026. E, come nel caso della Fiat Tipo, sembra non ci sarà un’erede diretta a prenderne il posto.

Dopo la Fiesta, si ferma anche la Focus

Anche un altro nome noto tra i modelli di automobili non sarà più prodotto nel 2026: si tratta della Ford Focus, che ha fatto registrare lo stop già alla fine di quest’anno. Si tratta del secondo addio in pochi anni per la casa americana, che ha già fermato la produzione della Fiesta. Secondo le indiscrezioni però a breve potrebbero esserci novità per entrambi i modelli: nel 2027 infatti potrebbe debuttare l’erede diretta della Focus, mentre la Fiesta potrebbe conoscere una nuova ‘incarnazione’ elettrica nei prossimi anni. Sempre restando in casa Ford, il 2026 dovrebbe segna anche la fine della produzione per l’Escape.

Ford Focus
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Cosa cambia in casa BMW

Novità sono attese anche in casa BMW: nel 2026 infatti non sarà più prodotto il suv X4, e il modello non dovrebbe avere un successore con motore termico. L’anno prossimo però dovrebbe vedere la luce l’iX4, novità ad alimentazione elettrica, per prenderne il posto. A salutare nel corso del 2026 dovrebbe essere anche la BMW Serie 8, così come la BMW Z4. La fine del percorso di quest’ultimo modello è legata a quella della Toyota GR Supra, prodotta congiuntamente con la casa tedesca e pronta anch’essa a dire addio nel 2026.

Addii in casa Mercedes?

Il 2026 potrebbe essere un anno importante anche per la Mercedes. Le novità annunciate e debuttate negli scorsi mesi - pur in assenza di conferme ufficiali - potrebbero spingere verso la fine della produzione di altri modelli, come ad esempio la Classe B. Incerto sembra essere anche il futuro di EQA ed EQB.

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Come va il mercato delle auto

E mentre le grandi case si preparano a un 2026 ricco di novità, gli ultimi dati del mercato sembrano sorridere: sono infatti cresciute del 2,4% a novembre le vendite di auto in Europa, trainate dalle vetture green, elettriche e soprattutto ibride. Da inizio anno le immatricolazioni - secondo i dati dell'Acea, l'associazione dei costruttori europei - sono state 12.098.650 con un incremento dell'1,9% sullo stesso periodo del 2024, anche se con un calo - rileva il Centro Studi Promotor - di ben il 16,8% rispetto al periodo precedente alla pandemia. La transizione energetica nonostante le difficoltà comunque procede. Nell'intera Europa Occidentale la quota delle elettriche ha toccato il 23,5% contro il 17,5% del novembre 2024. Nella sola Unione Europea la quota di mercato raggiunge il 16,9%. Il Paese più virtuoso è la Norvegia con il 97,6% di quota seguito dalla Danimarca con il 73,7%, dall'Islanda con il 62,6% e dall'Irlanda con il 41,5%, mentre nei cinque maggiori mercati la quota dell'elettrico in novembre ha toccato il 26,4% nel Regno Unito, il 25,8% in Francia, il 22,2% in Germania, il 9,9% in Spagna e in Italia, grazie ai recenti incentivi, la quota è stata del 12,3%.

 

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