Motori
Arrow-link
Arrow-link

Filtro antiparticolato: cos’è, come funziona e cosa fare se si intasa

Motori
©Getty

Obbligatorio dal 2011 sui motori diesel di nuova omologazione, è installato lungo l’impianto di scarico e ha il compito di trattenere le particelle di fuliggine prodotte dalla combustione del gasolio. Ma la manutenzione è importante, vediamo perché

Il filtro antiparticolato, noto anche come DPF (Diesel Particulate Filter) o FAP, è un componente obbligatorio dal 2011 sui motori diesel di nuova omologazione nell’Unione europea a partire dalla normativa Euro 5. La sua funzione è ridurre le emissioni di particolato solido, una delle principali criticità ambientali dei motori diesel.

 

Il filtro antiparticolato è installato lungo l’impianto di scarico e ha il compito di trattenere le particelle di fuliggine prodotte dalla combustione del gasolio. Secondo i dati di omologazione europei, il DPF consente di abbattere oltre il 90% delle emissioni di particolato rispetto a un diesel privo di filtro, contribuendo al rispetto dei limiti fissati dalle normative Euro.

 

Come funziona il FAP

 

Il filtro è progettato per accumulare il particolato e smaltirlo attraverso un processo detto “rigenerazione”, che avviene quando la temperatura dei gas di scarico è sufficientemente elevata. Esistono due principali modalità. La rigenerazione passiva avviene in modo spontaneo durante la marcia a carico medio-alto e velocità costante, tipicamente in ambito extraurbano o autostradale. La rigenerazione attiva è invece gestita dalla centralina motore, che innalza la temperatura dei gas di scarico tramite strategie di iniezione aggiuntiva, consentendo la combustione del particolato anche a regimi e carichi inferiori.

 

Fap, cosa fare se si intasa

 

L’intasamento si verifica quando il particolato accumulato non viene smaltito con sufficiente regolarità. È una condizione più frequente nei veicoli utilizzati prevalentemente su tragitti brevi o in ambito urbano, dove la temperatura di esercizio non raggiunge valori adeguati per completare la rigenerazione. Anche l’uso di carburante non conforme alle specifiche e una manutenzione irregolare possono contribuire al problema. I primi segnali sono l’accensione di una spia dedicata e, nei casi più avanzati, la riduzione delle prestazioni con l’attivazione della modalità di protezione del motore. In presenza di un avviso iniziale, i costruttori indicano generalmente di effettuare un percorso a velocità costante e regime medio per un tempo sufficiente a completare la rigenerazione. Se il livello di intasamento supera determinate soglie, è necessario un intervento in officina: la rigenerazione forzata tramite diagnosi elettronica o, nei casi più gravi, la pulizia professionale o la sostituzione del filtro.

 

Cosa succede se si elimina il FAP?

 

Ma cosa succede se si elimina il FAP in caso di guasto o per migliorare le prestazioni della vettura? Si rischia una multa da 422 a 1.697 euro, il ritiro del libretto auto, l’obbligo di ripristino del FAP e il divieto di circolare come precisato dall’art.78 del Codice della Strada che vieta di circolare con auto a cui sono state effettuate modifiche non previste dal libretto di circolazione. A tutto questo si può aggiungere una sanzione penale per reati ambientali, con multe fino a 100.000 euro e reclusione fino a 6 anni per il proprietario dell’auto e per chi effettua la modifica.

I più letti