
Una catastrofe che, per numero di morti, è seconda solo al sisma che nel 1556 distrusse una provincia cinese. La popolazione haitiana, la più povera dell'emisfero occidentale, convive ancora oggi con gli enormi danni fisici, economici e psicologici causati da questo disastro. LA FOTOGALLERY

Il 12 gennaio 2010 un terremoto di magnitudo 7.0, con epicentro a 25 chilometri dalla capitale Port-au-Prince, sconvolge lo Stato caraibico di Haiti
Terremoto Haiti, 10 anni dopo il Paese ancora a pezzi
La scossa principale avviene poco dopo le 16.53 ora locale (le 22.53 in Italia). Segue una lunga serie di scosse, di magnitudo compresa tra i 5.0 e 5.9
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Il numero di vittime è tuttora incerto. Ufficialmente si parla di circa 220mila morti, più di 300mila feriti e oltre 1,5 milioni di sfollati

Nei momenti e nei giorni immediatamente successivi al sisma, la Croce Rossa Internazionale e molte onlus cercano di soccorrere feriti e terremotati. Anche l'Italia si muove in fretta inviando, a 26 ore dal disastro, le prime squadre formate da personale della Protezione civile, Vigili del Fuoco, Croce Rossa ed Esercito

Il sisma colpisce specialmente la capitale Port-au-Prince, distruggendo molti edifici tra cui il Palazzo Nazionale, sede dell'Assemblea nazionale di Haiti, la cattedrale e la prigione

Dopo il terremoto, sull’isola scoppia un’epidemia di colera. Le precarie condizioni igieniche dovute al sisma contribuiscono alla diffusione della malattia: si ammalano oltre 665mila persone e oltre 8mila perdono la vita

In questi dieci anni la ricostruzione è andata avanti. Tuttavia, solo una parte degli aiuti promessi è finita ad Haiti, mentre l’attenzione mediatica si è esaurita. In alcuni casi si sta ancora lavorando per risistemare strade ed edifici, mentre i cittadini sono costretti a convivere con i danni fisici e psicologici causati dal sisma

Non è migliorata infatti la qualità di vita del popolo haitiano: secondo la Banca mondiale, Haiti è il Paese più povero dell’emisfero occidentale, con un reddito pro capite di 870 dollari. Oltre 6 milioni di persone vivono al di sotto della soglia di povertà con meno di 2,41 dollari al giorno. In queste condizioni, le ferite del terremoto non possono rimarginarsi
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