
Il 12 gennaio 2010 il sisma devastò parte dell'isola caraibica, provocando oltre 200mila morti. Tra lavori di ricostruzione incompleti o mai iniziati e le migliaia di persone che hanno perso gli arti e vivono da emarginati la tragedia non è mai finita

Il 12 gennaio 2010 un terremoto di magnitudo 7 distrusse Haiti, provocando oltre 200mila morti. A dieci anni dalla catastrofe il Paese caraibico, già segnato dalla povertà prima del sisma, stenta a ripartire tra lavori mai partiti o incompleti e il dramma degli amputati (nella foto la Cattedrale della capitale Port au Prince a sinistra subito dopo il terremoto e a destra oggi, nel gennaio 2020)
Haiti 2010, uno dei terremoti più potenti dal 1900 a oggi
Un uomo che ha subito un'amputazione a Port au Prince. Gli haitiani continuano a vivere con il peso dei traumi fisici e psicologici causati dal peggior disastro nel storia del Paese
Le foto del disastro ad Haiti
Tra 4.000 e 7.000 persone subirono amputazioni dopo il terremoto. Ad Haiti vengono chiamati "kokobes" e vivono da emarginati. Per loro è quasi impossibile trovare un lavoro e, dal 2010, popolano le strade del centro di Port au Prince per chiedere soldi ai passanti
I volti della tragedia
Non tutte le promesse di aiuto arrivate dal mondo subito dopo il terremoto sono state mantenute e la ricostruzione di Haiti è tutt'altro che completata

Anche il quartier generale delle Nazioni unite ad Haiti venne distrutto dal sisma

Altri importanti edifici e monumenti vennero distrutti o gravemente danneggiati tra cui il Ministero della Finanze, il Palazzo di Giustizia, alcuni sedi scolastiche ed universitarie

Anche a causa della distruzione di molte delle infrastrutture delle organizzazioni umanitarie operanti nel Paese caraibico vi furono ritardi e disagi nella distribuzione degli aiuti