Amos Oz, chi era lo scrittore e saggista coscienza critica di Israele

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L’autore, morto a 79 anni, era nato a Gerusalemme nel 1939. Ha scritto 18 libri, tradotti in 45 lingue. È considerato uno dei maggiori intellettuali del suo Paese degli ultimi decenni. Pluripremiato, è stato spesso considerato per il Nobel per la Letteratura 

Coscienza critica del suo Paese, saggista e scrittore israeliano, Amos Oz è morto il 28 dicembre 2018 all'età di 79 anni, a causa di un cancro. Nato a Gerusalemme il 4 maggio del 1939, è stato autore di 18 libri, tra i quali "Una storia di amore e di tenebra", tradotti in più di 40 lingue. Pluripremiato, è stato spesso preso in considerazione per il Nobel per la Letteratura. Era, secondo molti, uno degli intellettuali più influenti e stimati di Israele, autore di acclamati romanzi, saggi e libri. Autorevole sostenitore della "soluzione dei due Stati" per porre fine al conflitto israelo-palestinese, Oz, insieme agli scrittori David Grossman e Abraham Yehoshua, ha rappresentato la coscienza critica dello Stato d'Israele negli ultimi decenni.

Chi era Amos Oz

Amos Klausner (Amos Oz è uno pseudonimo) in giovinezza ha dovuto affrontare il suicidio della madre, avvenuto quando lui aveva dodici anni. L'elaborazione del dolore si sviluppò in un contrasto con il padre, un intellettuale vicino alla destra ebraica. A 15 anni decise di entrare nel kibbutz Hulda e di cambiare il cognome originario "Klausner" in "Oz", che in ebraico significa “forza”. Oz studiò filosofia e letteratura all'Università ebraica di Gerusalemme. Poi si specializzò all'Università di Oxford. Nel 1960 ha sposato Nili (dalla quale ha avuto tre figli) e l'anno successivo, a soli 22 anni, ha pubblicato i suoi primi lavori. Attualmente viveva nella città israeliana di Arad e insegnava letteratura all'Università Ben Gurion del Negev.

L’attività letteraria

Oz, in oltre 50 anni di attività, ha scritto 18 opere in ebraico, tra romanzi, racconti e saggi, insieme a 500 articoli ed editoriali per riviste israeliane e internazionali. Molti dei suoi scritti sono ambientati nella sua città natale, Gerusalemme. Amos Oz ha esordito nel 1965 con la raccolta di racconti "La terra dello sciacallo", dove già si intravedono i temi dominanti della sua narrativa: esaminare la natura umana calandola nei conflitti e nelle tensioni della società israeliana. I personaggi del suoi romanzi non di rado discutono della situazione politica del Paese. Nel 1966 pubblica il suo primo romanzo "Elsewhere, Perhaps", cominciando a scrivere ininterrottamente, pubblicando in media un libro l'anno con la casa editrice del Partito Laburista, Am Oved, più tardi lasciata per l'editore Keter. Nel 1968 pubblicò il romanzo che gli dette fama internazionale, "Michael mio" (tradotta per la prima volta in Italia da Bompiani): sullo sfondo di Gerusalemme nasce la storia d'amore tra un giovane geologo e una studentessa, Hannah, che poi sfocia in un  matrimonio difficile.

Il successo planetario

Nei suoi numerosi romanzi - il cui punto di vista privilegiato è quello delle relazioni di coppia o generazionali - riflette i conflitti aperti nella società israeliana e la difficile convivenza delle due culture, europea e araba, in una visione ironica, priva di ottimismo. Negli anni seguenti pubblica "Un giusto riposo" (1982), "La scatola nera" (1987), "Conoscere una donna" (1989), "Lo stesso mare"  (1999), "Vita e morte in rima" (2007). Nell’autobiografico "Una storia di amore e di tenebra" (Feltrinelli, 2003), Oz ha raccontato, attraverso la storia della sua famiglia, le vicende storiche del nascente Stato di Israele dalla fine del protettorato britannico: la guerra di indipendenza, gli attacchi terroristici dei Fedayyin, la vita nei kibbutz. Le opere di Amos Oz sono state pubblicate in 45 lingue e in 47 Paesi nel mondo. Lo scrittore ha ricevuto numerosi premi e onorificenze, tra cui la Legion d'Onore francese, il Goethe Prize, il Premio Principe delle Asturie, l'Heinrich Heine Prize e l'Israel Prize.

Le altre opere

Oz è stato anche autore di libri per ragazzi (Soumchi, 1978; Una pantera in  cantina, 1995) e della favola "D'un tratto nel folto del bosco" (2005). Nel 2013 ha pubblicato "Gli ebrei e le parole. Alle radici dell'identità ebraica" scritto con la figlia, la storica Fania Oz-Salzberger: i due autori si avventurano lungo le varie epoche della storia ebraica per spiegare la fondamentale relazione che esiste tra gli ebrei e le parole. In Italia quasi tutte le sue opere sono state pubblicate da Feltrinelli. Con “Scene dalla vita di un villaggio ha vinto il Premio Napoli, con “Il monte del Cattivo Consiglio" si è aggiudicato il Premio Tomasi di Lampedusa nel 2012.

L'intellettuale del dialogo

Oltre a essere un influente intellettuale, Oz era una delle voci critiche più ascoltate in patria e all'estero. Fu soldato dell'esercito israeliano durante gli scontri al confine tra Israele e la Siria, durante la Guerra dei sei giorni (1967) e durante la Guerra del Kippur (1973), combattendo sulle alture del Golan. L'esperienza sotto le armi, prima con la leva obbligatoria, poi in battaglia, l'aveva portato ad essere un attivo fautore del dialogo tra israeliani e palestinesi. Diventato pacifista militante, nel 1992 lo scrittore è stato insignito del prestigioso premio per la Pace dell'Associazione dei librai tedeschi, consegnato durante la Fiera internazionale del libro di Francoforte. Dei conflitti tra lo Stato ebraico e i suoi vicini arabi ne aveva anche scritto a lungo. La sua voce si era levata anche negli anni più recenti, in occasione delle guerre in Libano e nella Striscia di Gaza, esortando a intraprendere la strada del dialogo e della moderazione. Al conflitto israeliano-palestinese ha dedicato i saggi "In terra di Israele" (1983) e "Contro il fanatismo" (2004), oltre che numerosi interventi sulla stampa internazionale.

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